L’allenatore della Roma Rudi Garcia ha rilasciato un’intervista commentando quanto fatto dal suo arrivo in estate ad oggi. Queste le sue parole:
E’ arrivato qui in un clima di scetticismo generale, verso di lei e i giocatori.
“Per esprimere il talento sul campo, bisogna anche avere una fiducia al 100%, in sé stessi e nella squadra. Ho lavorato su questo, sull’identità del gioco della squadra seguendo le mie convinzioni. I giocatori dovevano ritrovare il piacere di giocare insieme. Quando i tifosi vedono il piacere della squadra, hanno piacere anche loro a vederli”.
Su Gervinho.
“Ha giocato con me a Le Mans la sua prima partita nella Serie B francese, poi l’ho portato a Lille dove abbiamo vinto il campionato. Un giocatore e un uomo che conosco bene. E’ un giocatore affettivo, ha bisogno di fiducia, sapere che può prendere rischi in campo, cercare la giocata. Se si vuole un giocatore che vada a un tocchi o due tocchi non deve prendere Gervinho. Lui ha bisogno di provare a saltare l’uomo, di fare il dribbling, andare in profondità. Vedendo la rosa a disposizione non avevo uno con le sue caratteristiche e quindi l’ho voluto. A tutti piace vedere giocare Messi, ma in una squadra sono necessari certi giocatori. Io ero uno più “collettivo”, di collegamento. Adesso c’è la classifica degli assist, non c’era alcuni anni fa. Per me Gervinho è un giocatore che pensa alla squadra, che fa segnare l’altro”.
Si dovrà muovere in un budget limitato o Pjanic andrà via lasciando più soldi da spendere alla Roma?
“No no, Mire è un giocatore fantastico, preferisco vederlo alla Roma. Quello che so è che a lui piace la piazza, piace giocare qui a Roma. Sono sicuro di questo. Sono molto contento della mia rosa, abbiamo fatto una stagione straordinaria e il primo obiettivo era ridare orgoglio ai miei tifosi. Dopo la partita con il Milan ho visto i tifosi rimanere allo stadio a cantare e festeggiare con la squadra, quindi questo traguardo lo abbiamo raggiunto”.
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Fonte: Fox Sports