(C. Zucchelli) – Cento volte Miralem Pjanic. Oggi, se Garcia lo schiererà contro l’Empoli. Perché il turnover è un discorso che davvero riguarda tutti, anche l’uomo su cui il tecnico 14 mesi fa ha fondato la sua Roma. Pjanic è però avanti nelle gerarchie: una maglia dovrebbe esser sua, nonostante l’impegno con il Cska sia nella mente di tutti. La decisione verrà comunicata alla squadra soltanto stamattina, il bosniaco spera che per lui ci sia una maglia da titolare.
RIVINCITA – Per tanti motivi. Il primo è che vuole mettersi subito alle spalle il rigore sbagliato contro Cipro. «Mi assumo la responsabilità della sconfitta», ha detto subito dopo la partita con la Bosnia e chi lo conosce bene sa che non sono parole di circostanza. Per Miralem la nazionale è il simbolo di un futuro che, a molti suoi coetanei e connazionali, sembrava essere stato strappato dalla guerra 20 anni fa. Per questo l’errore dal dischetto gli pesa e l’unico modo per archiviarlo è tornare a giocare. Non solo: considerando che Totti dovrebbe partire in panchina, potrebbe toccare a lui calciare dagli 11 metri. Senza paura e senza pensieri.
TERZO CAPITANO – Senza paura, e magari senza pensare alla scaramanzia visto che, in caso di assenza di Totti e De Rossi, come già successo a Vienna il giorno di Ferragosto, Pjanic potrebbe ereditare la fascia di terzo capitano, lo scorso anno al braccio di chi, adesso, cerca fortuna (e polemiche) al Bayern. Non è solo una questione di anzianità, nonostante Pjanic sia l’unico superstite della prima campagna acquisti americana, ma anche di carisma e leadership in mezzo al campo. Il bosniaco è favorito, ma Garcia ancora non ha comunicato nulla alla squadra. In lizza ci sono anche De Sanctis e Castan, la cui personalità all’interno dello spogliatoio cresce di settimana in settimana. Unica controindicazione: se da un lato, anche in Europa, il bosniaco è quello più facilitato a dialogare con compagni, arbitri e avversari grazie alle 6 lingue parlate, dall’altro spesso si fa prendere dall’istinto con i direttori di gara. E i cartellini gialli fioccano: 24 in 3 stagioni, una media di 8 l’anno. A Lione si era fermato a 14 complessivi.
IL TRAGUARDO – Se oggi dovesse giocare, Pjanic festeggerebbe le 100 presenze da romanista: finora 93 in campionato e 6 in Coppa Italia. Con il Lione è arrivato a 120, ma con meno minuti giocati: 6.408 con i francesi, 7.288 (finora) con la maglia della Roma. Tredici i gol fatti, 23 gli assist, 4 gli allenatori. Da Luis Enrique a Garcia, passando per Zeman e Andreazzoli, dall’esordio dell’undici settembre 2011 ad oggi sono passati 36 mesi. È in questi 1.098 giorni che ha imparato ad essere un leader della Roma. Con o senza fascia al braccio.