(F. Bianchi) – L’Inter paga la discriminazione territoriale (contro il Napoli) con la chiusura della curva Nord per due partite, il 10 maggio con la Lazio, la gara di addio di Zanetti, e la prima partita casalinga della prossima stagione. “Non è razzismo ma rivalità tra città“, ha protestato Erick Thohir, nuovo proprietario dell’Inter. Una tesi, peraltro, condivisa da molti alti club, e da tante tifoserie. In più, il dg Marco Fassone ha aggiunto: “Siamo contrari a questa norma. E’ esagerata“.
La norma la prossima stagione cambierà: il presidente Figc, Giancarlo Abete, lo sa benissimo che dovrà metterci mano. Verranno ripristinate le attenuanti sia per quanto riguarda i cori razzisti che per quelli di discriminazione territoriale. Ma i club dovranno presentare autentici piani di contrasto e lotta al razzismo. Non dichiarazioni generiche, come in passato. Ci saranno meno curve chiuse, è vero, ma, speriamo, anche meno idioti sugli spalti. Nei confronti dei razzisti ci sarà una maggiore attenzione, anche da parte della polizia (con più telecamere e con sistemi di riconoscimento audiometrico, come suggerisce Giovanni Malagò) e degli stewards. Purtroppo, quest’anno i cori contro i napoletani (che vengono puniti dal giudice, mentre nulla si fa contro quelli contro i romani…) sono diventati un “giochino” di alcune tifoserie. Più provocazione, becerismo che autentico razzismo forse. Ma comunque non certo un bel comportamento. E’ successo alla Roma, all’Inter, alla Juve di dover giocare con le curve vuote. Non un bello spettacolo, soprattutto per chi vuole vendere meglio i diritti tv all’estero.
Il giudice sportivo, Gianpaolo Tosel, che quest’anno ha dovuto subire queste norme di non facile applicazione, ha spiegato nel provvedimento contro l’Inter che “si attesta che sostenitori della società neroazzurra al 19° e al 24° del primo tempo, all’11° ed al 13° del secondo tempo avevano indirizzato alla tifoseria avversaria dei cori (“…. Napoli m., Napoli colera sei la vergogna dell’Italia intera …”), costituenti un evidente “comportamento discriminatorio“. Tosel parla di “dimensione e percezione reale in quanto i beceri cori sono stati intonati dalla maggioranza degli occupanti (circa 8.000 persone) il settore denominato secondo anello verde della Curva Nord e sono stati perfettamente percepiti dai collaboratori della Procura Federale…”. Il minimo della sanzione quindi è stata la chiusura della curva Nord (l’Inter ha fatto ricorso). Una volta si parlava di minoranza, ma, almeno in questo caso, secondo il giudice, i cori sono stati “intonati dalla maggioranza degli occupanti (circa 8000 persone) della curva”.
Fonte: Repubblica.it
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