Cesare Prandelli merita fiducia. La merita per l’ottimo lavoro svolto nei quattro anni collezionati fino ad ora alla guida della Nazionale. La merita perché non ha mai avuto paura di seguire le sue idee e perché ha sempre tentato di agire, alternando uscite eleganti e prese di posizioni anche forti, per il bene dell’Italia calcistica. Basterebbe questo per fidarsi. Per capire che la sua scelta di non richiamare in Nazionale i grandi “vecchi” Totti, Toni e Di Natale è ponderata e consapevole. “Convocati? Sceglierò tra questi, eccetto emergenze”. Parole di ieri del Ct, che chiudono la porta in faccia a chi, nonostante l’età avanzata, tutto sommato poteva sperare ancora in una convocazione, come il capitano della Roma e l’attaccante dell’Hellas, che si erano più volte autocandidati nel corso dell’ultima stagione. Una decisione forte, ma che per diversi motivi va compresa e accettata.
PUNTARE SUI GIOVANI DEL FUTURO – Cesare Prandelli ha rinnovato il suo contratto con la Federazione fino al 2016. E nel suo progetto devono, forzatamente, rientrare anche i giovani. “Destro e Immobile? Hanno cominciato a far gol da quando li ho pungolati”. Come a dire: ho sempre creduto in loro, ma aspettavo i risultati del campo. Ecco perché il Ct non può permettersi di portare due trentasettenni (Toni li compirà a maggio), ma se deve scegliere, vuole poterlo fare tra chi può dargli qualcosa anche nei prossimi due anni. Ecco perché nei 42 convocati per lo stage di Coverciano sono stati chiamati i vari Gabbiadini, Zaza ed El Shaarawy, pur non essendo stati protagonisti di stagioni eccellenti.
IL GRUPPO COLLAUDATO – Se la carta d’identità gioca a sfavore di Toni e Totti (fattore non da poco contando le temperature che ci saranno in Brasile e le tante gare ravvicinate che prevede un Mondiale), altro fattore fondamentale è quello del gruppo. I due sono abituati ad essere leader e a giocare e non hanno mai fatto parte del gruppo di Prandelli dal 2010 ad oggi. Dato fondamentale, perché il Ct ha sempre guardato più all’aspetto di squadra che al talento dei singoli. Senza dimenticare che Totti e Toni un Mondiale l’hanno già vinto da protagonisti e potrebbero non avere la fame necessaria. E Pirlo e Buffon? Discorso diverso, perché sono capitano e vice di questa Nazionale e hanno sempre fatto parte delle scelte prandelliane.
PERCHÉ GILA E CASSANO SÌ? – Qualcuno potrebbe obiettare con una semplice domanda: perché Totti e Toni no e Cassano e Gilardino sì? Semplice, perché per Gilardino vale il discorso fatto per Buffon e Pirlo. L’attaccante del Genoa ha un rapporto straordinario con Prandelli e ha sempre fatto parte del gruppo. È il suo ideale attaccante di riserva. Per Cassano, invece, è un ragionamento diverso: Fantantonio era un punto fermo di Prandelli, è stato protagonista all’Europeo 2010 e con la carenza di talento attuale potrebbe ancora essere decisivo. Ha scelto Parma per guadagnarsi il Mondiale (non ne ha mai giocato uno) e si è rimesso in discussione proprio per andare in Brasile. Il selezionatore azzurro potrebbe premiare proprio la sua voglia e la sua determinazione. “Antonio l’ho trovato sorridente, con la voglia di mettere in difficoltà le nostre scelte” ha detto ieri il Ct. Potrebbe essere l’eccezione, sicuramente più accettabile di una convocazione a sorpresa di un Totti o un Toni.
Fonte: eurosport.yahoo.com