La Roma champagne di Garcia si porta a otto punti dalla Juve a sette giornate dalla fine strapazzando 4-2 il Parma nel recupero e, tra la soddisfazione di un secondo posto Champions blindato e il sano realismo di un distacco ridotto ma ancora cospicuo dalla vetta, comincia ad affiorare un retrogusto dolce e irresistibile.
Scudetto, si puo’? La logica dice di no per lo score pazzesco della Juve di Conte, ma nel calcio nulla e’ scontato. Le statistiche dicono che non c’e’ stata mai una rimonta di otto punti in sette turni, ma qualcosa di simile e’ successo e i giallorossi dovranno ispirarsi all’impresa della Lazio di Eriksson nel 2000.
I biancazzurri, sotto di nove punti a otto turni dal termine, assistono al crollo dei bianconeri che perdono con Milan e anche con loro. Corsa ravvicinata e celebre epilogo sotto il diluvio di Perugia, arbitro Collina, col gol di Calori che consegna lo scudetto alla Lazio. Per i biancazzurri e’ una sorta di risarcimento dopo lo smacco dell’anno prima: a sette turni dalla fine Milan a -7 dalla Lazio, ma i ko con Roma e rossoneri assottigliano il margine a un punti: sorpasso alla penultima e per Zaccheroni e’ scudetto al primo tentativo Nel 2002 c’e’ la rimonta beffa della Juve che, a cinque giornate dal termine, ha sei punti in meno dell’Inter di Cuper. Il ko interno dei nerazzurri con l’Atalanta e il pari giallorosso a Venezia avvicinano i bianconeri che all’ultima giornata assistono al suicidio dell’Inter (2-4) in casa della Lazio. La vittoria di Udine, con sigillo di Trezeguet e Del Piero, cuce lo scudetto sul petto dei bianconeri.
Altre tre sono le rimonte celebri: L’Inter del 1971 esonera Heriberto Herrera e si affida a Invernizzi. Distacco (sarebbero -10 con i tre punti a vittoria) dopo 7 giornate dal Napoli, poi marcia trionfale, sorpasso al Milan a marzo e scudetto alla terz’ultima. Ciccio Graziani e Puliciclone segnano a valanga col Torino nel 1976 ma la Juve e’ a -7 (attuali) a nove giornate dal termine. Poi i bianconeri crollano e il Toro festeggia lo scudetto con il pari a Cesena.
Nel 1988 a restare beffato e’ il Napoli di Maradona che, a 10 turni dalla fine ha sette punti sul Milan di Sacchi. Ma nelle ultime cinque il Napoli perde con la Juve, pareggia a Verona e viene sorpassata in casa col 3-2 rossonero con doppietta di Virdis e sigillo di Van Basten. Ma accanto alle rimonte riuscite ci sono anche quelle abortite. E la Roma ne sa qualcosa perche’ in tre occasioni non ce l’ha fatta: nel 1986 e’ a -12 (attuali) al giro e di boa e -7 a sei dal termine dalla Juve. Aggancio alla terz’ultima, poi harakiri col Lecce retrocesso (2-3 all’Olimpico). Nel 2008 la Roma di Spalletti e’ a -11 dall’Inter a 15 dalla fine. Ma il distacco di riduce a un punto all’ultima: una doppietta di Ibra a Parma chiude pero’ i giochi. Discorso analogo per la Roma di Ranieri nel 2010: -11 a -17 dal termine, poi a otto turni dalla fine successo nello scontro diretto e sorpasso alla sest’ultima. Come col Lecce, la Roma crolla all’Olimpico con la Samp di Pazzini, e l’Inter di Mourinho non molla piu’ la presa scudetto. Mastica amaro due volte anche l’Inter: nel 1987 e’ a -10 dal Napoli a nove turni dalla fine, ma si porta a -2 alla quint’ultima. Il ko ad Ascoli chiude pero’ i giochi. Nel 1993 l’Inter e’ a -16 a 11 turni dal termine, si porta a -4 alla quint’ultima, ma poi non approfitta del pari dei rossoneri. Nel 1990 sono i rossoneri a rimontare il Napoli partendo da -7 a 18 turni dal temine: sette vittorie consecutive e aggancio a dieci giornate dal traguardo: Alla penultima c’e’ pero’ la fatal Verona (3-5) e canta Napoli. Ultima rimonta abortita quella del Parma di Ancelotti nel 1997. Da -13 a -3 dalla Juve a sette dal termine, poi 1-1 tra le polemiche per un rigore di Cannavaro su Vieri concesso da Collina, e per i bianconeri e’ l’ennesimo scudetto. Quindi alla Roma non sono riuscite tre rimonte, ma la Juventus ne ha subite due. Tentar non nuoce.
Fonte: Ansa