Simon Kjaer, ex giallorosso, ha rilasciato un’intervista al portale web dedicato al calcio europeo. Lille terzo in classifica (con 57 punti in classifica nda), sette partite alla fine del campionato, i preliminari di Champions Leaugue sono un traguardo sempre più vicino. Queste le parole del danese:
Questo è il tuo primo campionato in Ligue 1; credi che il Lille possa ben figurare in Champions, a differenza delle disastrose avventure europee di Lione (eliminato ai preliminari) e Marsiglia (che ha concluso il proprio girone a zero punti) di quest’anno?
“Ci sono ancora molte partite da giocare, ma con le grandi squadre riusciamo a dare sempre il massimo. Abbiamo molte possibilità, grazie anche all’ottima posizione in classifica ed alla fiducia nei nostri mezzi. Potremo ben figurare nelle competizioni europee, ma c’è ancora qualcosa da migliorare, da valutare nel prosieguo”.
Nel luglio 2010, il Wolfsburg acquistò il tuo cartellino dal Palermo per 13 milioni di euro; la tua esperienza in Germania non fu, però, positiva. Dopo Roma ed ancora Wolfsburg, nel 2013 firmasti con il Lille un contratto quadriennale; può, l’equipe francese, essere il motore d’avviamento giusto per rilanciare la tua carriera?
“Ho fatto questa scelta per avere la possibilità di continuare a giocare ad ottimi livelli, con la consapevolezza di aver optato per una formazione in crescita. Ho, sin da subito, avuto con la società un’unità d’intenti che mi ha consentito di stare tranquillo in campo e fuori. Spero che la piazza transalpina sia il mio trampolino di lancio ma, nel contempo, voglio restare ancora molto tempo a Lille; quando hai più responsabilità, cresci più in fretta”.
Palermo primo in classifica in Serie B, Roma seconda in Serie A. Le tue ex squadre italiane stanno ben figurando, stanno raggiungendo gli obiettivi prefissati…
“Seguo sporadicamente le vicissitudini del campionato italiano, ma conosco la situazione di classifica delle mie ex compagini. Con i rosa-nero, all’epoca, riuscii a ben figurare, grazie anche ad un gruppo fantastico; molti di quei giocatori vennero poi ingaggiati dai grandi club; credo che, se fossi rimasto lì insieme ai miei compagni, avremmo potuto puntare anche allo scudetto l’anno successivo. L’anno del mio approdo nella capitale (nel 2011 nda), invece, fu particolare e difficile allo stesso tempo; il cambio nei vertici dirigenziali, oltre che a livello di staff tecnico, fu, comunque, una rivoluzione. Quando sono arrivato a Lille, mi dissero subito che Rudi Garcia, ex tecnico dei rossi, avrebbe ottenuto grandi risultati a Roma; di certo non sono sorpreso che i giallo-rossi siano quasi davanti a tutti”.
Forse, non un matrimonio idilliaco quello tra te e la Roma quell’anno, con i lupacchiotti fuori dalle competizioni europee (cosa che non accadeva dal 1997 nda)…
“Credo di aver giocato una ventina di partite, il tecnico Luis Enrique mi teneva comunque in considerazione, pur facendo spesso turnover in difesa. Tirando le somme, poteva andare sicuramente meglio; ma, per me, lì era tutto nuovo: modulo, città e rapporto con la piazza”.
Alla fine, però, a chi va il tuo grazie per quello che è stato e per quello che è il tuo percorso da professionista?
“Credo che il direttore sportivo Walter Sabatini abbia favorito la mia crescita professionale; mi ha sempre voluto bene ed ha creduto in me sin dai miei primi passi in Sicilia, portandomi, poi, a Roma. E’ stato un peccato non rimanere nella capitale con lui; purtroppo, il calcio è anche questo”.
Fonte: Europacalcio.it