AS ROMA Brozzi: “Totti tranquillizzava i giocatori ansiosi prima della partita”

Il dott. Mario Brozzi
Il dott. Mario Brozzi
“Il 26% dei giocatori in attività colpiti da depressione o ansia? Credo che la percentuale sia molto piu’ alta, nel mondo del calcio la depressione e’ ancora segno di debolezza e ognuno tende a sottostimarla. Stress cronico, sindrome di over training, sclerosi laterale amiotrofica (SLA): mi piacerebbe conoscere la relazione tra la depressione, con l’abbassamento delle difese immunitarie, e il rischio di sclerosi in aumento nel calcio rispetto agli altri sport”. Commenta cosi’ i dati prodotti dalla ricerca della FIFPro, il sindacato mondiale dei calciatori, l’ex medico sociale della Roma, il professor Mario Brozzi.

“Una cosa che non viene praticamente mai valutata nel mondo dello sport e’ lo stress acuto, l’ansia a cui si va incontro provocando un iperconsumo della macchina umana – sottolinea Brozzi all’Adnkronos -. Ricordo la reazione emotiva di alcuni giocatori prima di entrare in campo: andavano 2-3 volte al bagno, altri cercavano di esorcizzare l’ansia. Totti invece guardava i compagni con la tranquillita’ di chi dice: ‘Guardate che stiamo andando a giocare solo una partita’. Questo per far capire come lo stimolo su alcuni ha una certa valenza e su altri ce l’ha in maniera molto maggiore”.

“Vittoria, buona o cattiva prestazione, questi elementi nel calciatore creano attraverso ansia e stress un iperconsumo di neuromediatori cerebrali, e tra questi c’e’ la serotonina. Quando questa comincia a decrescere inizia lo stato di stress acuto: tutto si fa difficile. Una volta un calciatore, dopo un torneo internazionale, mi disse che in occasione di un rigore tirato in finale fece l’errore una volta sul dischetto di alzare gli occhi, guardando la porta gli venne un attacco di panico: la porta era minuscola e il portiere enorme, una chiara alterazione percettiva neurosensoriale”.

Fonte: adnkronos

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