A cinque giorni dalla presentazione in Campidoglio del nuovo progetto del presidente della Roma, James Pallotta, l’associazione per la tutela del patrimonio: “Allarma l’enorme sistema infrastrutturale che dovrebbe essere attivato per rendere agibile quell’area ai tifosi”.
E’ il tormento dei costruttori, la spina nel fianco di chi progetta la nuova città del cemento e l’incubo del Comune di Roma. L’ennesima battaglia di Italia Nostra, la storica associazione che difende la città dalle costriozni invasive apre ufficialmenre la guerra contro il nuovo stadio di Calcio del’As Roma. E anche la data della discesa in campo non è casuale: cinque giorni prima che il presidente della Roma, Pallotta, presenti in Campidoglio il nuovo progetto. Tutta da legere la dichiarazione di guerra di Italia Nostra: “Il concerto dei Rolling Stones si farà al Circo Massimo. Nel tentativo vano di dare una soluzione alternativa, sulla stampa, compare l’ipotesi di spostare il concerto dei Rolling Stones al Foro Italico nello stadio Olimpico. Ma è proprio lo Stadio Olimpico al Foro Italico che non ha più ragione di essere in un’area fortemente urbanizzata come il Flaminio – Tor di Quinto. Italia Nostra Roma propose, già nel 2007, nell’obiettivo della tutela del complesso monumentale del Foro Italico ridotta a ‘sgabuzzino delle scope’, che lo stadio o gli stadi fossero delocalizzati in altre aree della città e liberare così il Foro Italico e le sue preziosità da funzioni che lo devastano”. E a porposito di Tor di Valle: “L’individuazione dell’area doveva essere fatta con procedure chiare e non ambigue. L’ipotesi dello Stadio della Roma a Tor di Valle non sembra praticabile: non è classificata come zona esondabile, è vero, ma è l’unico pregio di quell’area – prosegue la nota – Infatti, secondo il Prg ci sono vincoli di in edificabilità lungo la fascia riparea di 9 ettari, vincoli di in edificabilità di 11 ettari per la presenza, ingombrante, del depuratore Roma Sud, altri vincoli ancora gravano su quell’area: paesaggistici, idrogeologici e altro ancora. Ma al di là di tutto ciò, che pure è di grande rilievo, quello che allarma, nella scelta, è l’enorme sistema infrastrutturale che dovrebbe essere attivato per rendere agibile quell’area ai tifosi. Costi mostruosi per collegamenti viari, stazioni della metro, svincoli sul Gra per garantire afflusso e deflusso dei turisti, enormi parcheggi a raso etc, etc,. Tutto a carico dell’AS Roma? Sembra poco credibile. Oppure, con i soliti metodi opachi e irragionevoli, prima o poi tutto uscirà dalle tasche dei cittadini romani? Non è possibile che in tutta Roma non si riesca a trovare uno spazio completamente idoneo senza dover immaginare il fiume Tevere sovrastato o sottopassato da infrastrutture viarie degne degli Emirati Arabi. Italia Nostra Roma ha proposto, come sempre inascoltata, l’Area di Tor Vergata già definita cittadella dello Sport e altre aree di proprietà pubblica”. La conclusione è lapidaria: “Tor di Valle e i suoi svincoli autostradali ci sembra improponibile”.
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