Un centinaio, forse meno, i romanisti che questa mattina si sono ritrovati sotto gli uffici della Figc, per manifestare contro il sistema al grido «Mo’ basta». Basta agli «aiutini» che favorirebbero la corsa allo scudetto della Juventus e basta alla norma che vieta di andare allo stadio a chi fa cori discriminatori. L’appuntamento era alle 10 in via Allegri, ma solo una trentina di persone è stata puntuale, poi man mano sono arrivati altri giovani tifosi, che hanno raccolto l’invito circolato sui social network per una settimana. Ad accogliere il gruppetto di romanisti c’erano tre blindati della polizia, che si aspettava forse più baldoria e sicuramente più manifestanti. La protesta doveva essere ed è stata pacifica.
I presenti hanno sventolato le bandiere giallorosse, cantato a squarciagola «vinceremo il tricolor», oltre al solito coro sul Vesuvio.«Romano bastardo non è discriminazione?», chiedono al giudice sportivo Tosel (definito «pupazzo») in uno striscione. Lui ha già risposto non punendo quel coro fatto dai napoletani contro i romanisti, ritenendolo «soltanto un becero insulto, privo di quella specifica connotazione discriminatoria rilevante ex art. 11 CGS». Il problema è che negli uffici della Federcalcio, come ogni sabato, non c’era nessuno ad ascoltare la rabbia dei tifosi. «Dell’Italia siete i più forti a rubà le partite e insultà i morti», hanno invece scritto riferendosi agli striscioni degli juventini sulla tragedia di Superga. E via con le lamentele sui favori arbitrali: «Sempre ste sviste arbitrali», «Figc soliti maiali», «Juventino ladro» e via dicendo. La protesta continua davanti all’Olimpico stasera, con la Sud in prima linea. Chi non può entrare si fa sentire da fuori, i tifosi della Roma combattono così.