La mostra “Roma Ti Amo”, un percorso attraverso la storia giallorossa, ha ufficialmente aperto i battenti lo scorso 18 febbraio ed andrà avanti fino al 20 luglio. Ha parlato dell’iniziativa, e del suo rapporto con la Roma, il direttore generale Mauro Baldissoni, intervistato da AS Roma Membership (T. Riccardi).
Da dove nasce l’idea di “Roma Ti Amo”?
“Uno dei punti chiave della nuova gestione è sempre stato quello di ricostruire il rapporto con il passato e di creare un legame emozionale con tutto ciò che è stato e ha rappresentato questa squadra. In assenza di un museo della Roma e in attesa di costruirlo con il nuovo stadio, nasce l’esigenza di avere una mostra”.
Non è la prima iniziativa rivolta al passato, peraltro.
“Vero. Dall’insediamento della proprietà americana, ormai più di due anni fa, ne sono state realizzate diverse: tipo cambiare l’indirizzo della sede del centro tecnico, da Via di Trigoria a Piazzale Dino Viola 1. L’intitolazione del campo della Primavera a Agostino Di Bartolomei. La Hall of Fame per le vecchie glorie. Un palchetto di Area Ospitalità dedicato agli ex calciatori per dare loro la possibilità di vedere la partita in ogni incontro casalingo”.
Il luogo della mostra è il quartiere di Testaccio. La Roma ha già dichiarato la volontà di riqualificare il terreno del vecchio “Campo Testaccio”.
“Ribadisco che abbiamo parlato sia con l’amministrazione comunale precedente sia con quella attuale per trovare una soluzione. C’è un contenzioso in tribunale, di cui aspettiamo l’esito. Dopo di che, ci attiveremo conilcomune e con i titolari della concessione sportiva per attuare tutta una serie di iniziative”.
Tornando alla mostra, quanti pezzi sono stati raccolti?
“Circa 700 oggetti, di cui il 45% è di proprietà della Roma. A questo proposito, voglio ringraziare i tanti che si sono presentati spontaneamente per mettere a disposizione della società diversi cimeli. La mostra è stata l’occasione per noi per raccogliere, individuare e censire molti elementi del passato. Purtroppo, ci siamo accorti che negli anni precedenti questa minuzio-sa opera di collezione non era mai stata realizzata”.
Facendo un esempio?
“Le maglie, per dirne una. La Roma non è in possesso di tutte le mute dal 1927 a oggi. Comunque, stiamo lavorando per riportare a casa tutto quel materiale che è stato della Roma”.
A proposito di maglie, una sezione della mostra è dedicata proprio alle divise da gioco. La sua preferita o quella a cui è più affezionato?
“Non mi piace sceglierne una. Come non mi piace menzionare un oggetto in particolare di quelli esposti. Ogni cimelio, ogni foto, ogni maglia rappresenta un attimo, un momento, un’emozione di ciascun tifoso”.
E il Baldissoni tifoso, prima di diventare dirigente, com’era?
“Da giovane ero un appassionato incredibile. Ero a conoscenza di tutto, incluse le formazioni delle giovanili. Ricordo, ad esempio, la coppia di centrocampisti della Primavera dei primi anni Ottanta, Talevi-Di Carlo. Con il passare degli anni, poi, mi sono limitato a seguire da vicino solo agli eventi del campionato. Difficilmente mi sono perso una partita allo stadio”.
È stato un abbonato all’Olimpico?
“Sì, dopo aver frequentato la Tribuna Tevere da piccolo con mio padre sono stato abbonato in curva Sud dal 1984 al 2001. L’anno del terzo scudetto ero proprio lì, in curva. Poi di nuovo in Tevere, dove sono tuttora abbonato”.
Il nome della mostra, “Roma Ti Amo”, riprende il testo di un celebre striscione della curva Sud del 1983, esposto per fare da coreografia a un Lazio-Roma.
“C’ero… In campo finì 2-0 per la Roma. Sugli spalti ci fu la più bella dimostrazione d’amore fatta nei confronti di una squadra di calcio. Uno striscione inarrivabile, il migliore di sempre: ti amo”.
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