Quando il gioco si fa duro, la Roma smette di giocare. In campionato con la Juventus ed a Napoli in Coppa Italia, appuntamenti decisivi per la stagione giallorossa, la formazione di Rudi Garcia ha evidenziato dei limiti che non le permettono ancora di potersi iscrivere al club delle grandi squadre. La pesante sconfitta di Torino e quella del San Paolo, arrivate con lo stesso punteggio (3-0), hanno soprattutto dato la sensazione di un identico copione: dopo un discreto primo tempo, il crollo nella ripresa con tanto di giocatori espulsi. Proprio l’approccio al rientro in campo sembra essere il vero tallone d’Achille di Totti e compagni. La Roma, infatti, in più di un’occasione ha subito gol in avvio di secondo tempo. Dall’inizio della stagione De Sanctis è stato colpito a freddo da Bonucci a Torino, da Brivio a Bergamo, da Hallfredsson a Verona, e da Higuain in Coppa Italia sia all’Olimpico sia a Napoli. «E su questo aspetto dobbiamo migliorare» ha ammesso Garcia, che alla ripresa degli allenamenti ha tenuto il gruppo a rapporto. La lunga riunione tecnica andata in scena nella sala video di Trigoria è servita per analizzare gli errori commessi. «Dobbiamo essere più cinici in attacco e in difesa. La chiave per il futuro è essere più efficaci, senza perdere fiducia. Una grande squadra non perde mai due volte di fila» la linea del francese che, come già fatto dopo il ko di Torino, ha invitato a voltare pagina. «Ci sono ancora una quindicina di partite da giocare – le sue parole a Rmc – Dobbiamo guardare avanti, e ottenere la qualificazione in Champions League». In effetti la Roma ha già dimostrato di saper reagire. Dopo il 3-0 con la Juventus in campionato sono arrivate sei vittorie consecutive e il pareggio nel derby, con uno score di 15 gol fatti e soli tre subiti. Ad allarmare i tifosi, tra cui Carlo Verdone («La Roma è la squadra dei treni persi, ho visto una squadra leziosa, molta confusione in campo e qualche giocatore non ha reso come avrebbe dovuto»), è però l’improvvisa sterilità del reparto avanzato, a secco da 180 minuti. In particolare sul banco degli imputati è salito Mattia Destro a causa di una prestazione sottotono, resa ancora più evidente dal paragone con quanto fatto invece dal suo ‘collegà Higuain. «Se serve un bomber vero? Certo, un attaccante da 25 gol a stagione serve a chiunque, ma io sono contento della squadra che abbiamo – la difesa di De Rossi – Siamo dispiaciuti per aver perso il primo obiettivo stagionale, ma non possiamo esser tristi per il nostro cammino. La stagione è ancora lunga e ci tireremo su come abbiamo fatto dopo la sconfitta con la Juve inanellando una serie di vittorie importanti. Quest’anno siamo una squadra vera e ricominceremo a vincere sicuramente». Domani all’ora di pranzo sarà intanto discusso il ricorso alla Corte di giustizia federale sulla chiusura di due turni delle curve dell’Olimpico per cori di discriminazione territoriale. Difficilmente l’esito sarà comunicato in tempo per applicare la sanzione già dalla gara di domenica con la Sampdoria.
(ANSA)
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