In Inghilterra, dove situazioni simili non passano certo inosservate, già l’hanno ribattezzato «bloody training »: protagonista, Daniel Osvaldo. Già, perché il centravanti del Southampton, a lungo tra i candidati per un viaggio ai Mondiali con l’Italia di Prandelli, ci è ricascato: trasformando un semplice allenamento in rissa con un compagno di squadra. Uno scontro con il terzino portoghese Josè Fonte, oscurato soltanto fino al comunicato con cui il club inglese faceva sapere di aver sospeso l’attaccante dall’attività agonistica per due settimane: «Azione rapida e adeguata per quella che la società considera una violazione del comportamento che si attende dai suoi giocatori». Nessuna spiegazione accessoria, almeno a livello ufficiale: i fatti però sembrano abbastanza chiari. L’aggressività di Fonte in Premier League è quasi leggendaria, almeno quanto la suscettibilità della punta italo-argentina. Una provocazione del difensore durante la partitella del giovedì, la reazione dell’ex romanista, che Oltremanica definiscono «brutale».
E alla fine della lite, come riferiscono fonti del Southampton al Daily Mail, «c’era sangue ovunque», con il difensore portoghese rimasto a terra riportando gravi lesioni facciali, dopo l’intervento per dividerli di alcuni compagni di squadra. E pensare che Osvaldo sarebbe dovuto tornare in campo sabato, in Coppa d’Inghilterra, dopo la squalifica di 3 giornate – con annessa multa da 40 mila sterline – ricevuta dopo un’altra rissa, ma in campo, venti giorni fa, in cui aveva coinvolto anche il tecnico del Newcastle. Elementi che depauperano ulteriormente il suo già misero bilancio inglese: tre reti appena in campionato, distribuite su 13 gare soltanto. Non esattamente quanto si aspettava il tecnico Pochettino, quando aveva preteso il suo acquisto a fronte di un esborso da 15 milioni che aveva fatto sorridere il ds romanista Sabatini.
Soprattutto perché nel curriculum del giocatore restano scolpiti una serie di episodi tutto sommato simili. A partire dal pugno a un altro compagno, Lamela, nello spogliatoio di Udine (anche in quel caso l’allora dg Baldini lo sospese) durante gli anni alla Roma. Dove era arrivato a dare del “laziale” all’allenatore Andreazzoli. Peggio era andata a Colomba, preso a spintoni – raccontano a Bologna – durante il ritiro estivo. In entrambi i casi le insubordinazioni erano costate la fine dell’avventura, e stavolta non finirà in modo diverso: l’agente è già in Inghilterra per studiare con il giocatore la soluzione migliore, con Osvaldo che spinge per tornare in Italia (l’Inter è concretamente alla finestra). Anche per provare a restare aggrappato al sogno Mondiale: forse, destinato a restare tale. Tra codice etico, scudo dietro cui la Federazione continua a nascondersi a lune alterne, e una stima tutt’altro che solida nei suoi confronti da parte del ct Prandelli dopo i sei mesi da dimenticare in Premier League, il biglietto aereo per il Brasile sembra ormai essergli scivolato dalle mani.
Fonte: Daily Mail