Non ci fu combine nella partita Bologna-Bari del 22 maggio 2011, vinta dalla squadra pugliese per 4-0. La Procura di Bologna ha chiestol’archiviazione dell’indagine nei confronti dell’ex difensore del Bologna Daniele Portanova e del ristoratore barese Onofrio De Benedictis. Nel luglio 2012, nel corso delle indagini baresi sul calcioscommesse, la Procura di Bari aveva stralciato la posizione dei due, inviando gli atti a Bologna per competenza territoriale. Il coinvolgimento di Portanova e De Benedictis era stato tirato in ballo da Andrea Masiello, ex giocatore del Bari, e dai suoi due amici Fabio Giacobbe e Gianni Carella, arrestati dalla magistratura barese per altre presunte combine (nei mesi scorsi hanno patteggiato pene fra 17 e 22 mesi di reclusione). Nella richiesta di archiviazione, il sostituto procuratore di Bologna Rossella Poggioli parla di ”quadro probatorio debole”.
Stando all’ipotesi accusatoria formulata dalla Procura di Bari, Carella, Giacobbe e De Benedictis erano andati a Bologna qualche giorno prima della partita per incontrare Portanova e proporgli la combine ma il giocatore non aveva accettato. I due amici di Masiello avevano pero’ dichiarato che”Portanova, alla proposta di una combine con vittoria del Bari, aveva risposto che il risultato della partita doveva essere alterato in favore del Bologna, perché si trattava dell’ultima di campionato e il Bologna aveva perso le ultime 5 partite”. La vicenda è stata anche oggetto di indagine da parte della procura federale che ha assolto il calciatore per il presunto illecito sportivo ritenendolo responsabile di omessa denuncia per non aver segnalato la proposta di combine.
Il tentativo di combine, quindi, anche stando alle dichiarazioni dei giocatori del Bari sentiti sulla vicenda, non si sarebbe mai concretizzato. ”Se è pur vero che gli indagati si sono incontrati prima della partita Bologna-Bari, vinta dalla squadra ospite con un risultato sorprendente”, scrive il pm,”non vi e’ certezza in ordine al tenore dei colloqui che Portanova ebbe con De Benedictis, Carella e Giacobbe”. ”Tali essendo i fatti emersi dalle investigazioni svolte – conclude – ritiene questo pubblico ministero che gli elementi in atti non siano idonei a sostenere l’accusa in giudizio nei confronti degli indagati per il reato di frode in competizione sportiva”.
Fonte: Ansa
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