Sebastiano Nela, terzino della Roma ai tempi del secondo scudetto, ha parlato di una possibile collaborazione con la società giallorossa. Ecco le sue parole:
“E’ sempre emozionante rivedere le immagini del vecchio Olimpico e pensare a quella Roma che smise di essere la Rometta. Ho giocato a Genova, Roma e Napoli, tre città straordinarie. Genova è la città dove sono nato e cresciuto, Napoli è una città bella e allegra, ma a Roma ho giocato la parte migliore della mia carriera. Ed è qui che mi son fermato a vivere. A Roma arrivai giovane, era un’opportunità da non perdere, per tanti motivi. Sarei anche potuto andar via, in quegli anni alcune squadre mi cercarono, ma io scelsi di rimanere”.
“Ho vissuto tante partite importanti della storia della Roma, sicuramente si poteva vincere di più. Col Liverpool preparammo male l’incontro, eravamo meno pronti di loro. Nei 15 giorni tra la fine del campionato e quella finale avremmo solo dovuto mantenere la condizione, che era ottima. Tutti diedero il massimo. Anche se rimasi male perché Falcao non tirò il rigore. Quando sei un campione a quei livelli non puoi rifiutarti di tirarne uno in una finale di Coppa dei Campioni. Forse non era così grande”.
“Lavorare con la Roma? Ne stiamo parlando, siamo a buon punto per due incarichi, uno più tecnico e l’altro più a livello dirigenziale. Stavolta siamo vicini”.
“Il mio male? Non mi lamento, sto combattendo anche grazie all’aiuto di mia moglie e delle mie figlie. In questi casi si riscoprono sempre le stesse persone, devi anche pensare come la vivono loro e sostenerli. Il mondo del calcio mi ha aiutato molto con l’affetto delle persone che incontro. Chi non vive questa condizione fa più fatica, ma la forza alla fine si trova da soli”.
“Lo scudetto? La Juve è forte e ben guidata, e soprattutto ha più esperienza; ma la speranza c’è, così come la mentalità in questa nuova Roma. Di Garcia mi ha colpito il fatto che già dal ritiro i giocatori ne parlassero bene, di solito non accade. Ha fatto veramente un grande lavoro”.
“Cosa mi porto della Roma tutti i giorni? Mi insultano ancora quando vado in certi stadi italiani per fare il commentatore. Ma in fondo non mi dispiace, lo sopportavo da giocatore, figurati ora. Scontrarsi dava sempre un certo piacere…in senso sportivo naturalmente!”
Fonte: Retesport/Gold Tv.
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