Da Leonidas a Piola, da Van Basten a Ibrahimovic, passando per Riva, Pelè, Maradona e tutto il gotha del calcio. Ecco perchè dopo la rovesciata show di ieri Alessandro Florenzi si è messo le mani nei capelli per lo stupore e la gioia. Il romanista, che lotta per un posto al mondiale, si è iscritto nel club dei funamboli, un parterre de rois prestigioso che con le prodezze in sospensione ha creato la magia del calcio.
Istinto, tecnica, doti acrobatiche. È da questo cocktail esplosivo che nascono i gol in rovesciata, uno dei gesti che spiegano il fascino e la popolarità universale del pallone. Florenzi è anche recidivo visto che una prodezza simile l’ha compiuto anche in B quando giocava nel Crotone. Se il pubblico si elettrizza per i gol c’è però da ricordare che la rovesciata più famosa è un celebre salvataggio difensivo, quello di Carlo Parola che in un Fiorentina-Juventus del 1950 è stato immortalato dalla foto da terra di Corrado Bianchi diventata simbolo della collezione Panini. Lo 0-0 in quella gara propizia lo scudetto bianconero, come l’assist di Del Piero per il gol di Trezeguet al Milan nel 2005.
Ma è finalizzata al gol che nasce la leggenda della rovesciata, che ha appena compiuto 100 anni: l’inventa lo spagnolo-cileno Ramon Unzaga nel 1914 tanto che verrà a lungo chiamato ‘la cilenà, ma il primo mito del calcio a renderla celebre è nel 1932 Leonidas, il ‘Diamante nerò che per superbia il Brasile tiene a riposo nella semifinale persa con l’Italia ai mondiali del 1938, l’asso celebrato da Eduardo Galeano («segnava gol talmente belli che i portieri avversari si congratulavano con lui»). In Italia lo specialista diventa Silvio Piola che segna un gol in rovesciata (ammettendo poi di essersi aiutato con una mano) nel 2-2 del 1939 a San Siro contro i maestri inglesi. Qualche anno prima Meazza vince una scommessa col portiere Combi bissando in un’Inter-Juve il gol fatto pochi giorni prima nell’allenamento della nazionale. Da un simbolo azzurro all’altro, nel gennaio 1970 tocca a Gigi Riva compiere un’impresa in acrobazia nella trasferta di Vicenza sulla strada dello scudetto del Cagliari. Dopo averne siglate varie sui campi di gioco la più celebre rovesciata di Pelè avviene nel 1981 girando il film ‘Fuga per la vittorià, e per l’immaginario collettivo colma il vuoto di centinaia di prodezze senza filmati.
È il decennio che, grazie alle tv, amplifica l’eco delle prodezze acrobatiche: Van Basten si esibisce con l’Ajax nel 1988 e si ripete col Milan nel 1992. Poi tocca al messicano Hugo Sanchez, stella del Real, mentre Maradona segna da terra beffando il Pescara in Coppa Italia. È del 1994 una celebre sforbiciata di Gianluca Vialli con cui lo juventino bastona i suoi ex compagni della Cremonese. All’Olimpico nel 1997 altra esecuzione straordinaria: l’interista Djorkaeff sigla il gol che mette in castigo la Roma. Ma anche altri campioni come Zico, Baggio, Mancini compiono gesti tecnici significativi. Poi tocca a Ronaldinho e Rivaldo (una perfetta bicicletta contro il Valencia) con la maglia del Barcellona. Tra le prodezze più recenti quelle di Rooney al 93′ di un derby di Manchester del 2011 e la magia di Ibrahimovic con la Svezia contro l’Inghilterra, definito il gol più bello del 2013. Ma altri gol in sospensione negli anni vengono realizzate, tra gli altri, da Montella, Taddei, Mexes, Moriero, Bressan, Loria, Quagliarella, Doni, mentre altre esecuzioni show, quelle di Osvaldo e Cavani, sono annullate dall’arbitro senza motivo. Insomma, anche se un purista come Arrigo Sacchi giudica la sforbiciata conseguenza di un errore di posizione della punta, è comunque uno dei gesti simbolo della favola del calcio. Sulla rovesciata d’autore non tramonterà mai il sole.
Fonte: Ansa
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