Alla vigilia del big match dello Juventus Stadium, parla il ct della Nazionale, Cesare Prandelli. Queste le sue parole:
Juventus-Roma è decisiva?
“No, perché ancora un girone intero da giocare”
Neanche se vincerà la Juventus?
“No, anche se la distanza diventerebbe importante così come l’aspetto psicologico. Otto punti sono tanti ma non troppi”
La Juventus è favorita nella corsa allo scudetto comunque?
“Sì, è la squadra più completa e quella più abituata alla vittoria”
In agosto, disse che la Roma avrebbe fatto un grande campionato.
“Proprio così. Avevo capito che c’era un’aria diversa dentro la Roma. Garcia disse di aver rimesso la chiesa al centro del paese, con un leggero ritocco dico che ha rimesso il pallone al centro della Roma. Da quando c’è lui si parla solo di calcio, di rincorsa al primo posto”
E’ finita la vecchia Roma?
“Sì, sono finite le vecchie polemiche intorno ad una bella squadra. Questo succede quando alla base c’è una chiarezza di idee. La Roma di Garcia ha un’idea e un obiettivo e non si fa condizionare da nessuno”
Garcia le ha dato anche un gioco.
“Soprattutto quello. Ha fatto della Roma una squadra dall’impronta chiara, equilibrata ma dal gioco offensivo. Ha un finto centravanti, due esterni che attaccano, due terzini che diventano attaccanti aggiunti, De Rossi che si abbassa davanti ai due difensori centrali e soprattutto un centrocampo di qualità”
Con lei De Rossi ha fatto il difensore nella linea a 3. E’ questo il suo futuro?
“Non c’entra il presente o il futuro. E’ una risorsa, una grande risorsa, per la Roma e per la Nazionale. Se hai un giocatore come lui, che sa leggere tutte le situazioni in campo, diventa tutto più facile. Averlo in squadra fa bene a tutti, allenatore compreso”
Da Torino riparte la marcia di Totti verso il Mondiale?
“L’ultima volta che ne abbiamo parlato non gli abbiamo portato fortuna. Lasciamolo in pace, poi vedremo”
E’ stato sei anni alla Juventus e sei settimane da allenatore alla Roma. Cosa le manca di entrambi i posti?
“Sono situazioni troppo diverse. A Torino ero arrivato da ragazzo per giocare, a Roma da uomo maturo per allenare. Mi sono trovato bene ovunque, per me conta pensare al calcio”.
Fonte: corriere dello sport