Nazionale, mondiale in Brasile, sfida Juventus-Roma, curve chiuse. Giancarlo Abete guarda all’anno che sta per arrivare, con l’appuntamento iridato clou della stagione: e proprio sul Mondiale il presidente della Figc dice nell’intervista a Sky che «abbiamo acquisito il diritto di parteciparvi in anticipo e abbiamo trasferito un’immagine positiva sul versante valoriale. Ricordo l’ultima presenza a Quarto per la lotta alla camorra. Auspico che il 2014 ci veda protagonisti in Brasile. Sarà un impegno che prepareremo al meglio. Faremo squadra, perchè abbiamo degli ottimi giocatori, e dovremo lavorare sul gruppo. Abbiamo un girone difficile, ma soprattutto è proibitivo il tabellone nella parte alta».
Ma per l’Italia è stato meglio finire in un girone difficile, con Inghilterra e Uruguay, che in uno semplice? «È un paradosso ma ci può stare – risponde Abete -. Siamo al 7/o posto del ranking mondiale e ce lo siamo guadagnati nelle gare ufficiali, mentre abbiamo perso punti nelle amichevoli. I risultati storici ci dicono che siamo in grado di essere competitivi nei grandi appuntamenti».
Capitolo Prandelli: Abete, almeno per ora, non vuole pensare a un addio del tecnico. «Il dopo Prandelli? È naturale che nel mondo del calcio i nomi si facciano – spiega il presidente della Figc -, ma questo riguarda l’opinione pubblica e l’informazione, non noi. Abbiamo l’impegno col ct di fare a marzo una verifica sui programmi futuri e ci auguriamo che rimanga. Se dovesse fare una scelta diversa, allora faremo le nostre valutazioni, ma per il momento non c’è stato alcun abboccamento con altri».
Inevitabile affrontare anche l’argomento della partitissima Juve-Roma del 5 gennaio. «Davanti si corre, ci sono tante squadre che stanno facendo ottimi risultati – dice -, vedi Napoli e Fiorentina, ma che non sembrano tali per le prestazioni di queste due squadre. Il 5 gennaio sarà una grande sfida». Servirà anche a dimostrare che, «il calcio italiano ha capacità di attrarre investimenti stranieri, cosa che è sempre mancata negli scorsi anni. Ben vengano, purchè rimanga uno zoccolo duro di presenza delle famiglie imprenditoriali italiane».
Ma c’è ancora da risolvere il problema delle curve ‘caldè e delle punizioni a loro carico. «Non sono le norme il vero problema – sostiene Abete -, ma i comportamenti. Bisogna avere un sistema sanzionatorio equilibrato anche quando i comportamenti avvengono in trasferta. Sulla discriminazione territoriale questo è il primo anno di un’accelerazione sull’iter di contrasto portata avanti dalla Uefa. Ma il comportamento dell’Italia è apprezzato dalla Uefa, che ci ha assegnato la prossima conferenza per trattare dell’argomento».
L’ultima considerazione del presidente della federcalcio è sugli ultimi sviluppi del calcioscommesse e dell’inchiesta della Procura di Cremona. «Leggo dai giornali che avremo tanti sviluppi e che la posizione di Gattuso è marginale, certamente la visibilità che gli è stata data non è stata marginale – sottolinea Abete -. Bisogna creare una correlazione tra la marginalità delle posizioni e la loro visibilità, altrimenti ragioniamo con due stili diversi. La magistratura sta svolgendo un ottimo lavoro, che ha permesso di individuare situazioni di responsabilità in capo ai tesserati sanzionati anche dalla giustizia sportiva. Tuttavia il livello di comunicazione corre il rischio di confondere le situazioni che portano all’individuazione di responsabilità: l’essere indagati rappresenta una garanzia, ma a livello di comunicazione qualcosa non ha funzionato e alcuni sono finiti nel tritacarne».
Fonte: Ansa
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