Indagine AsRomaLive. Un 2013 altalenante per la Roma e per i suoi uomini di punta, in un anno solare capace di regalare emozioni forti come le 10 vittorie consecutive di Rudi Garcia, ma anche delusioni incancellabili come la sconfitta nel derby di coppa del 26 maggio. Andiamo a valutare chi, nell’ambito giallorosso, può considerarsi promosso, rimandato e bocciato nell’annata che si sta per concludere:
PROMOSSI
-Rudi Garcia: l’uomo della provvidenza, la scelta giusta al momento giusto. Il tecnico francese, dopo due anni di fallimenti, è giunto a Roma con filosofie adatte alla normalità ed alla forza del gruppo, mettendo da parte idee sofisticate di gioco e di gestione dello spogliatoio. E’ lui l’uomo copertina del 2013 romanista, colui che ha riportato entusiasmo e voglia alla squadra e soprattutto ai suoi tifosi dopo sei mesi più che burrascosi.
-Mehdi Benatia: tra i calciatori che hanno indossato nel 2013 la maglia della Roma è quello che rappresenta di più la risalita, la voglia di rivalsa di una piazza stufa di delusioni e sconfitte cocenti. Difensore straordinario, sottovalutato da molti, è riuscito a non far rimpiangere l’addio di Marquinhos. E’ anche l’emblema di come basti acquistare un calciatore giusto, senza troppe nomee o sponsorizzazioni, per mettere a segno un colpo di mercato perfetto.
-Francesco Totti: impossibile non promuovere il capitano, che a 37 anni, infortunio a parte, mostra ancora una voglia ed una forza d’animo da ragazzino alle prime armi. A livello di squadra non sarà stato uno degli anni più proficui per lui, ma già il fatto che la nuova Roma di Garcia si fondi attorno al numero 10 è sinonimo di grandezza eterna. Inoltre è l’anno in cui si prende l’ennesimo record e diventa il secondo miglior marcatore di sempre in Serie A. Best moments: il gol alla Juve di potenza e la doppietta di classe all’Inter dell’ottobre scorso.
RIMANDATI
–Walter Sabatini: nel concreto le scelte fatte nel 2013 dal ds romanista sono risultate tutte ottimali: le cessioni di Lamela e Osvaldo, i colpi Benatia, Strootman e Gervinho, ma soprattutto la scelta di Garcia come timoniere. Nel marasma dei primi sei mesi c’è però anche il suo zampino e le pessime decisioni delle scorse stagioni. Lo rimandiamo al 2014, dove con una Roma finalmente ad alti livelli ci aspettiamo un gran lavoro da parte sua, per imbastire una rosa da Champions.
–Daniele De Rossi: dalle stalle alle stelle. Il 27 maggio era uno dei più contestati, sicuro partente dopo il fallimento stagionale e la sconfitta contro la Lazio. Poi la rinascita, grazie a Garcia e ad una condizione psico-fisica finalmente ritrovata. Ovvio che il suo 2013 sia troppo altalenante per ottenere una promozione, dunque ci riserviamo di elogiarlo nell’anno che verrà, a capo di una Roma che potrà togliere molte soddisfazioni a squadra e tifosi.
-Mattia Destro: la sua annata fino a novembre è stata un calvario, tra infortuni, ricadute e terapie lunghe e probabilmente sottovalutate. L’acquisto più costoso del mercato estivo 2012 deve ancora esprimere il 100% del suo potenziale e potrà farlo con tanta speranza nell’imminente nuovo anno. Ma se comincia come ha finito il 2013 (tre gol in tre presenze) allora ci aspetta un Destro da impazzire.
BOCCIATI
-Franco Baldini: il 2013 a simbolo della pessima gestione in chiave Roma del direttore sportivo, oggi dirigente massimo del Tottenham. Con gli strascichi delle scelte Luis Enrique e Zeman tutt’altro che proficue, il dg toscano tocca il fondo del barile a giugno, quando dopo la delusione di coppa fallisce l’ingaggio sia di Mazzarri che di Allegri, finendo per chiedere le dimissioni a quel punto inevitabili. Delusione non solo dell’anno, ma dell’ultimo triennio romanista.
-Aurelio Andreazzoli: impossibile piazzare Zeman tra i bocciati (ha solo 1 mese effettivo di attività nell’anno solare), piazziamo tra i peggiori il suo sostituto, capace di far rimpiangere i suoi negativi predecessori sulla panchina della Roma. Vane e futili le vittorie primaverili contro Juventus e Inter in coppa, finisce per rovinare talenti in ascesa come Marquinhos, Pjanic e Lamela cambiandogli ruolo e creando un’involuzione tecnica feroce. La finale di coppa è l’emblema della sua inadeguatezza come primo allenatore, stupisce che sia ancora all’interno dello staff tecnico di Trigoria.
-Pablo Daniel Osvaldo: talento e capacità realizzative assolutamente sprecate, a favore di un carattere da bullo ed atteggiamenti più nocivi che altro per l’ambiente. Da bomber idolatrato di fine 2012 è passato, nel giro di sei mesi, a elemento più contestato dalla tifoseria e dall’opinione pubblica. Un pò l’esagerazione dei media, un pò le sue bizze tra campo e privato, hanno allontanato definitivamente il numero 9 dal pianeta Roma. I gesti più eclatanti? La partenza per Londra nel giorno del derby di campionato, gli insulti ad Andreazzoli e le litigate evitabili con tifosi e stampa.
Keivan Karimi
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