“Aggirare il rapporto con il governo cinese per un imprenditore è difficile, Chen Feng è a capo di un grande impero e ha un passato politico, come tutti i grandi imprenditori cinesi. Attualmente è membro del Comitato Permanente del congresso del Popolo, ed è stato deputato del Congresso Nazionale del Partito Comunista. Come dire, si è formato alla scuola del Partito Popolare, e questo aiuta a capire come questi imprenditori cinesi riescano ad accumulare grandi fortune. In un modo o nell’altro c’è sempre dietro lo Stato, che vuole sapere per quale motivo i soldi escono, quanti ne escono ma soprattutto quanti ne torneranno. Il caso dell’Inter è un precedente importante, in quella situazione era un socio totalmente pubblico, in questo caso è un socio privato ma che di fatto ha bisogno dell’autorizzazione del Comitato per gli investimenti all’estero. Con l’Inter fu questo a bloccare la trattativa, c’era un contratto già firmato che non venne perfezionato perché il governo non autorizzò l’investimento. Fino ad oggi i cinesi hanno investito principalmente nel settore manifatturiero in Italia, e nonostante l’effetto Lippi, entrare in una realtà come la Roma non è così automatico. La trattativa comunque è molto complessa ma sta andando avanti”
Pensi che il fatto che i cinesi non vedano nell’azienda calcio un rientro economico sicuro è spia dell’incapacità del calcio italiano di produrre utili?
“Eh sì, se avessimo dei modelli di business più simili a quelli inglesi o spagnoli, anche per un imprenditore cinese sarebbe un prodotto di maggior interesse. E’ forse anche più facile investire avendo dalle squadre dei dividendi da reinvestire o riportare in Cina. Certamente la mancanza degli stadi o il problema del merchandising sono due leve che impediscono alle società di aumentare i propri ricavi. E questo può essere un elemento che scoraggia gli eventuali investitori stranieri”
L’eventuale investitore cinese potrebbe rivolgersi direttamente ad Unicredit per evitare di dover passare dall’autorizzazione del governo?
“Tenderei ad escludere che possa essere Unicredit a fornire il finanziamento a Chen Feng per comprare una quota dalla stessa banca. Non è consuetudine di una banca fare operazioni di questo genere. Con gli Americani Unicredit preferì sostenere la Roma evitando l’intervento diretto sugli investitori. Ho una certezza ragionevole dalle mie fonti che Feng ha chiesto il cento per cento del finanziamento; escludendo Unicredit, ci sono molte banche che hanno interesse a finanziare un’operazione del genere. Anche perché si parla di cifre grandi ma non enormi, e per un gruppo come quello di Chen Feng non è una difficoltà procurarsele. Comunque rimane il problema delle autorizzazioni, indipendentemente dal reperimento dei fondi”