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CONI Malagò: “Legge sugli stadi? Sono ottimista, confido in Letta. Sogno di vedere Totti alzare la Champions”

Il presidente del Coni Giovanni Malagò

Il presidente Coni Giovanni Malagò è intervenuto ai microfoni dell’emittente tv Sportuno:

Sarei falso se dicessi che non è un mio sogno nel cassetto (quello di portare le Olimpiadi a Roma) da prima di diventare presidente, ma rispetto a sfortunate esperienze del passato ora ci sono le basi per vincere”. Malagò si dichiara pronto a scendere in campo in prima persona come presidente del Comitato Organizzatore delle Olimpiadi del 2024 e come garante.

Sulla legge per la costruzione di nuovi stadi e la ristrutturazione di quelli esistenti. “Sono ottimista, mi sto prodigando, confido in Letta. Questa legge è una delle poche possibilità per far ripartire il paese creando posti di lavoro. Sarebbe da pazzi non sfruttare questa occasione. Quando le cose non si riescono a fare è perché c’è sempre qualcuno che esagera da una parte e dall’altra. Il Coni non ha poteri, può solo mediare tra le due anime, quella integralista e quella speculativa, tenendo conto di rispetti e vincoli di tutto il contesto e soprattutto la sostenibilità economica delle opere. Perché è una legge per tutto lo sport italiano, non solo per il calcio. I nuovi stadi non bastano per colmare il gap con Inghilterra, Germania e Spagna. Ma bisogna ripartire da qualcosa“.

Su doping e razzismo Malagò è chiaro e diretto, ma punta a cambiare alcune cose: “Tolleranza zero assoluta, ma deve pagare chi sbaglia. Nel doping si colpisce l’atleta che sbaglia, qui finiscono per pagare più le società e le persone perbene e questa non mi sembra una bella cosa. Sto lavorando per annunciare una riforma della Giustizia Sportiva che presenterò entro la fine dell’anno, perché se ne sente la necessità e perché c’è bisogno di fare un po’ di ordine. Anche sui vari gradi di giudizio della Giustizia Sportiva”.

Su una scelta tra Totti che alza la Champions League nel 2015 o la Pellegrini che canta l’inno nazionale sul podio olimpico a Rio 2016. “Totti perché arriva prima e quindi non mi preclude l’altra possibilità. Perché non mi pongo limiti e non posso scegliere tra due grandi amori come la Roma e L’Aniene”.

Fonte: Sportuno

Keivan Karimi

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