(F. Bianchi) – Il Viminale lancia, anzi rilancia, l’allarme: attenzione al“rapporto perverso fra alcuni club di calcio e gruppi di banditi”. C’è la convinzione ormai che il fenomeno non sia affatto scomparso, e quello che è successo alla Nocerina lo conferma. Troppi i lati oscuri nella vicenda: al Viminale difendono la loro scelta di impedire la trasferta a Salerno ai sostenitori della Nocerina, tutti in possesso di tessera del tifoso (ma allora a che serve?). Anche perché, sostengono, con questa scelta non ci sono state turbative di ordine pubblico (basta non mandare i tifosi in trasferta…) ma il club campano, pur sollecitato, non ha mai voluto intraprendere un “percorso di legalità”, così come sull’argomento non c’è stata mai risposta da parte del Comune, nonostante il sindaco vada in tv… Quei delinquenti che hanno minacciato i giocatori sotto il pullman saranno identificati, denunciati, daspati: ma al Viminale si aspettano sanzioni pesanti anche da parte della giustizia sportiva nei confronti di una società, la Nocerina appunto, che ha dimostrato quanto meno gravi carenze strutturali e rapporti torbidi. Per stare fra i professionisti ci vuole ben altro.
Probabile che dopo l’inchiesta della Procura federale, la Disciplinare decida di escludere la Nocerina dal campionato di Lega Pro. A proposito, dura la polemica Malagò-Macalli: “ma con tre squadre a rischio (Nocerina, Salernitana e Paganese, ndr) e due soli gironi come facevamo?“.Francesco Ghirelli, dg della Lega Pro, in tv ha chiesto scusa ma le responsabilità dei dirigenti della Lega sono ben poche, non dimentichiamo infatti che sono sempre stati (e lo saranno) in prima fila nella lotta contro la violenza, il razzismo, le scommesse e per avere “stadi senza barriere e con le famiglie”. Utopia? Siamo lontani, lo stadio è lo specchio di quello che succede fuori. Del degrado che c’è fuori. Al Viminale sono preoccupati non solo, come detto, per i rapporti proibiti fra delinquenti e club ma anche per“la deriva di illegalità che sta prendendo il posto della violenza, degli incidenti di una volta”. Vero, certi stadi sono invivibili: prevaricazioni continue, minacce. Con gli steward che non possono fare miracoli: è stata allontanata la polizia dagli stadi ma forse è il caso che ritorni, non siamo ancora pronti ad un percorso di civiltà. Gli steward a volte prendono venti euro a partita: devono fare gli eroi? Vero, che adesso hanno gli strumenti di legge (possono perquisire, allontanare che si comporta male, chiamare gli agenti, eccetera) ma affidare a loro, solo a loro, il compito di “ripulire” gli stadi, certi stadi, è solo utopia. Bisogna affrontare il problema alla radice, non accontentarsi di avere meno feriti, meno lacrimogeni, meno autogrill devastati (non va più nessuno in trasferta…).
E’ un problema complesso, che rischia di sfuggire di mano. Prendiamo i cori contro Napoli: ora paga la Juventus. Ma altri club rischiano la chiusura delle curve. Non basta aver cambiato le norme, quei ricattatori ci sono sempre e la polizia con loro può fare ben poco. Un conto è chi lancia un fumogeno, facilmente identificabile. Un conto chi fa un coro nascosto in un branco di idioti. Come se ne esce? Si stancheranno? Può anche darsi, perché il loro è un atteggiamento masochistico. Fanno gli abbonamenti, spendono soldi, e poi rischiano di non poter andare allo stadio. Ne vale la pena? Milan e Inter hanno chiesto una tregua ai loro ultrà: per ora funziona. Non è piaciuta però al Viminale questa scelta, c’è il rischio di essere ricattati dai violenti. Ma in qualche maniera bisogna pur uscirne. I due club milanesi si sono impegnati per fare rivedere le regole d’accesso negli stadi. Risposta dell’Osservatorio: funzionano bene così. Se ci sono problemi, è solo colpa dell’organizzazione carente di alcuni club. Insomma, muro contro muro. Le Lega di A, sempre che esista, che posizione tiene? Che dice? Mistero.
Fonte: Repubblica.it