Giovanni Sartori, direttore sportivo del Chievo Verona, è intervenuto ai microfoni di Rete Sport.
Inizio di stagione difficile per il Chievo, cosa non sta funzionando?
Siamo partiti, sotto certi aspetti, meglio di altri anni. Siamo ultimi, è vero, però non si può dire nulla alla squadra sotto il profilo dell’impegno. Abbiamo fatto buone prestazioni a parte un paio di casi. Però la costante è il rendimento negativo, non riusciamo a fare risultato nonostante tutto. Anche domenica stiamo pagando ogni singolo errore. Paghiamo ogni volta con un gol subito e fare risultato diventa veramente difficile.
Quanto incide psicologicamente nei giocatori una sconfitta interna come quella contro la Juventus?
Non saprei però sta di fatto che da quel momento è cambiato tutto. Abbiamo avuto una serie di situazioni negative da cui se ne sono concatenati altri. E’ difficile dire quanto ci abbia condizionato, magari avremmo vinto e sarebbe cambiato il campionato, oppure non sarebbe cambiato niente. Però da allora sono arrivati solo una serie negativa di episodi e risultati. L’episodio di Paloschi in particolare ha inciso ma non più di tanto in particolare, perchè dopo quattro giorni siamo già tornati a giocare. Inevitabile che alcune certezze siano venute meno, speriamo solo che arrivi un risultato positivo che possa cambiare il nostro campionato.
In questo punto tra lei e la Roma ci sono più punti di quelli che ha fatto la Juventus. Se l’aspettava un campionato del genere dai giallorossi?
No, sfido chiunque a dire “l’avevo previsto”. Il segreto della Roma è in varie componenti: l’allenatore, che ha dato qualcosa in più; la campagna acquisti che ha permesso di ricompattare il gruppo, con alcuni giocatori De Rossi tornati ai propri livelli; i risultati.
Chi l’ha impressionata di più nella Roma fino a questo momento?
A me personalmente tutto il complesso mi ha impressionato. Giocano in modo armonico, tutti avanti e tutti indietro. Ho avuto la possibilità di vedere la Roma dal vivo solo una volta e mi ha confermato che Benatia ha saputo dare qualcosa in più alla difesa dei giallorossi, che è sempre stata una buona difesa.
Cosa sta mancando al Chievo?
A fronte di prestazioni migliori rispetto a quelle dell’anno scorso, abbiamo avuto molti meno punti. Noi contro l’Udinese, al posto della Roma, avremo perso 3 a 1.
Si sente di dire qualcosa a Sannino in vista di giovedì?
No, noi andiamo avanti con Sannino a prescindere da quello che succederà domenica. Non possiamo imputare all’allenatore degli errorini o degli episodi. Non vogliamo farci condizionare dai risultati e dare continuità al lavoro del tecnico.
Quanto è difficile il lavoro del direttore sportivo?
Difficile, almeno quanto quello dell’allenatore. E’ difficile perchè bisogna andare a prendere i giocatori considerando qualità, prezzo, carattere. A volte azzecchi il giocatore ma non l’uomo e viceversa. Ogni anno dobbiamo cambiare il 50% della rosa, non è facile. Il segreto del Cagliari è che è riuscito a cambiare 1-2 giocatori all’anno. Noi invece non riusciamo a dare continuità.
Andrete da Papa Francesco, chiederete una benedizione?
Sarebbe facile dire di sì, però andiamo per motivi di fede. Se ce la volesse dare anche in ambito sportivo ci farebbe molto piacere. Il papa è una persona straordinaria.
Insieme a lei forse solo Braida lavora così tanto nell’ambiente. Il Chievo è un suo punto d’arrivo?
Sì lo sento un punto d’arrivo, sto molto bene dove sono. Intanto penso al Chievo, poi quello che sarà il futuro non lo so.