(M. PINCI) – Otto vittorie su otto gare come Trapattoni e Capello. Ma sarà per quell’aria naturale da intellettuale, sarà per l’accento francese su cui fa scivolare le parole, più che un allenatore Rudi Garcia sembra un filosofo. Per uno così, anche l’assenza di Totti diventa occasione per sorprendere: “La natura odia il vuoto, giocherà un altro”. Una frase colta, una citazione di René Descartes, conosciuto in Italia come Cartesio, e che affonda radici profonde nella filosofia aristotelica. “Natura abhorret a vacuo”, la natura ha orrore del vuoto. Non la Roma di Rudi, che dopo aver scavato un fossato di 5 punti tra la propria corsa e quella delle inseguitrici Napoli e Juventus, guarda a Udine, domenica, come una gara da non perdere. Anche senza due uomini del tridente titolare: forse i più importanti. “Senza Totti e Gervinho saremo una squadra differente, ma penso una squadra forte”. Così Garcia rilancia la sfida al vertice. La distanza sulle seconde da conservare anche a Udine, su un campo dove non vince nessuno da 420 giorni, oltre un anno: l’ultima fu proprio la Juventus, il 2 settembre 2012, imponendosi per 1-4: “A Udine è difficile – ammette il tecnico – non dimentico che loro in casa non perdono da un anno. Ma andiamo a Udine per vincere”. Perché al Friuli la Roma insegue anche un’altra Juventus, quella di Capello targata 2005-2006, unica nella storia italiana a vincere le prime 9 gare dall’inizio del campionato. “Siamo concentrati solo su questa partita, non pensiamo al record – giura Garcia – non è importante. L’importante è essere concentrati sul nostro gioco. E tornare a Roma con punti”. Nonostante l’assenza di Totti, che inevitabilmente condizionerà il gioco della sua squadra: “Abbiamo perso per un momento il capitano, e quando una squadra perde forse il suo migliore giocatore non è una buona notizia. Ma non è un problema, speriamo la sua assenza non duri troppo. Lui è unico, insostituibile, ma possiamo optare per soluzioni differenti. Saremo ancora più uniti per dare il massimo, ci sarà una positività, di avere un gioco differente. Abbiamo già dimostrato di saper fare cose diverse”. Poi, l’ultimo degli aforismi a cui ha abituato Garcia: “Giocheremo anche per il capitano, ma la natura odia il vuoto, quando uno non c’è gioca un altro”. E proprio sull’altro si concentra la pretattica di Garcia: “Borriello e Ljajic? Non dimenticate che anche Marquinho può giocare davanti. E lì possiamo mettere anche Pjanic. E spero che domani avremo una buona notizia da Gervinho, comunque se non gioca lui la panchina sarà più giovane”. Nonostante il bluff dell’allenatore, l’ivoriano non dovrebbe essere convocato, nonostante miglioramenti continui che possono far sperare di averlo in campo già contro il Chievo giovedì. E allora stavolta toccherà davvero a Ljajic. Anche per questo, forse, Garcia prova a spronarlo davanti ai microfoni: “Adem ha avuto tanti problemi fisici dall’inizio della stagione. Ma ha molto talento, può fare la differenza, abbiamo bisogno di lui per continuare ad essere il miglior attacco della serie A. Ci servono giocatori decisivi, e lui può esserlo, è ancora giovane ma se scende in campo con fiducia può fare male agli avversari”. Fiducia, quella che serve alla sua Roma: “Ho visto questa settimana in allenamento che non è cambiato nulla sul piano dell’entusiasmo e della voglia di lavorare e spero anche sulla voglia di vincere domenica”. Anche se alla tentazione dei pronostici, Garcia non cede: “Quando guardo il calendario, non faccio mai previsioni o tabelle pensando a quanti punti faremo. Non esiste una partita facile nel campionato italiano, nemmeno in quello francese. Il Monaco a Sochaux vinceva 2-0 e ha pareggiato. Vincere è difficile, dipende dall’avversario e dalla nostra mentalità. Pensare a una partita è già tanto, due sono troppe. Penso solo all’Udinese e faremo il massimo per vincere questa partita, solo quando sarà terminata penserò al Chievo”.