(M. Pinci) – Roma contro Napoli. Per chi ha seguito le prime sette giornate del campionato in corso, basta sentire i nomi delle due squadre per aver voglia di sedersi e gustarsi lo spettacolo. Prima contro seconda, la capolista a punteggio pieno contro una sfidante che nel suo cammino è inciampata soltanto nel piccolo Sassuolo. Soprattutto, Rudi Garcia contro Rafa Benitez: nomi spagnoli, accenti diversi, la stessa passione per il bel gioco. Assecondato da risultati vincenti.
CONTROPIEDE CONTRO POSSESSO PALLA – Viste da lontano, Roma e Napoli non potrebbero somigliarsi di più: nessuno segna quanto loro, in Italia, 20 gol i giallorossi, 18 gli azzurri, pur conservando la migliori difese del campionato, con la Roma capace di incassare una sola rete. Eppure i tratti distintivi dei due tecnici sono netti, marcati: Garcia ha costruito una squadra che in casa non fatica a tenere il pallino del gioco, ma che poi colpisce preferibilmente in contropiede, affidandosi ai recuperi da De Rossi e Benatia, alla regia lucidissima di Pjanic e Strootman, alla velocità di Gervinho e Florenzi. Frecce innescate dai piedi di Francesco Totti, a 37 anni ancora l’arma in grado di fare la differenza nell’undici del tecnico francese.
Benitez alla ripartenze rapide preferisce il controllo della manovra, affidandosi alla capacità dei suoi uomini di giocare la palla al minimo degli errori: l’87 per cento degli scambi tra i giocatori azzurri va in porto, la percentuale più alta in Europa dopo Barça e Bayern, che del palleggio
intenso e ininterrotto fanno la propria cifra stilistica. Di più, una filosofia. Ma l’efficacia del Napoli è garantita soprattutto da un attacco stellare, che a Higuain può affiancare costantemente Hamsik e Callejon, più uno tra Insigne, Pandev o il belga Mertens. Ali vere, attaccanti capaci di dare profondità e con il vizio del gol. Su tutti, è inevitabile, il centravanti argentino, al rientro dopo aver saltato le partite con Arsenal e Livorno.
BIG NATE DALLE CESSIONI: 163 MLN INCASSATI IN DUE – Curioso che l’esplosione delle due squadre al vertice della classifica sia arrivata per entrambe dopo l’estate dei sacrifici. Nessuno, in Italia, ha venduto bene quanto Roma e Napoli: più di 163 milioni di euro incassati complessivamente dai due club con le proprie cessioni. De Laurentiis ha salutato la partenza di Cavani verso Parigi, a fronte di un assegno da 64,5 milioni. Sabatini e Baldissoni hanno alleggerito la squadra di Pallotta dei nomi di Marquinhos, Osvaldo e Lamela. La differenza l’hanno però fatta i sostituti, se a Trigoria con quelle cifre sono stati acquistati Strootman e Ljajic, Benatia e Gervinho, forse i simboli della rinascita giallorossa. Così come Rafa ha potuto costruire l’asse spagnolo, di lingua – Higuain, Zapata – e nazionalità, grazie al trio iberico Reina, Albiol e Callejon. Spagnolo come Benitez, il collante capace di ridisegnare una squadra già bella e vincente con Mazzarri, per renderla da scudetto.
ORDINE PUBBLICO – A preoccupare più della gara in sé, è la coincidenza a Roma con due manfestazioni in programma in questi giorni. Dalla mattina i Cobas si sono riuniti a Piazza della Repubblica e marceranno verso San Giovanni per chiedere dignità di casa e salari per i lavoratori dipendenti. Ma non è escluso che al corteo possano aggiungersi, alzandone i toni, anche gruppi in arrivo a Roma in vista della manifestazione No Tav che paralizzerà la capitale sabato. Gruppi che – è il timore delle istituzioni – possono subire le infiltrazioni del mondo ultras che guarda alla sfida tra Roma e Napoli – due delle tifoserie tra cui la rivalità è più alta – per creare situazioni di tensione. Per questo a Roma arriveranno rinforzi per i reparti mobili da tutta Italia, 1.000 uomini a presidiare le aree dello stadio dei quasi 4 mila schierati per presidiare le piazze strategiche della città.
Fonte: Repubblica.it