La discriminazione territoriale, ha ricordato innanzi tutto il ministro, non e’ punita, come ad esempio quella razziale, dalla legge Mancino, ma e’ prevista solo dall’ordinamento sportivo interno che ha recepito la normativa Uefa. Delrio ha quindi definito “legittima” la sollecitazione venuta dalla Lega “di avere linee guida che possano distinguere tra gli atteggiamenti di intolleranza, di pregiudizio, di disprezzo e di emarginazione da espressioni che invece hanno carattere molto piu’ ironico e quindi non offensivo”.
L’esponente del governo ha quindi proposto l’istituzione di un tavolo con la Federazione italiana gioco calcio, il Coni, i ministeri dello Sport e dell’Interno per “evitare sanzioni eccessive, pur nella legittimita’ e nella necessita’ di reprimere con forza manifestazioni di intolleranza, di discriminazione e di violenza, che purtroppo troppo spesso avvengono nei nostri stadi, che hanno bisogno di non essere abitati da frange di scalmanati che hanno zone franche, ma da famiglie, come in tutte le nazioni europee, da giovani e da persone che si godono lo spettacolo. Voglio ricordare che in altri Paesi europei non vi e’ nemmeno bisogno di tifosi organizzati”.
“Quindi -ha concluso Delrio- senz’altro dobbiamo affrontare il tema delle curve pericolose senza pero’ confondere atteggiamenti discriminatori con atteggiamenti ironici o canzonatori”.
Fonte: Adnkronos
“Gli stadi italiani dovrebbero essere abitati dalle famiglie, come avviene in Europa, e non da frange di scalmanati”. Lo ha dichiarato il Ministro per gli Affari regionali, con delega allo Sport, Graziano Delrio, durante un question time alla Camera. “Il fenomeno degli ultras e’ un prodotto tipicamente italiano” ha aggiunto il ministro, spiegando che “in Europa non esistono forme di tifoseria organizzata come quelle del nostro Paese”.
Fonte: Asca