Lo scorso anno le pieghe ed i difetti della Roma si potevano imputare ad alcune scelte tecniche e tattiche tutt’altro che rassicuranti da parte dei rispettivi allenatori; il boemo Zeman esagerava nel suo dogmatismo di modulo e uomini, mentre il traghettatore Andreazzoli fece il contrario, specializzandosi nei cambi repentini di formazione e probabilmente nel creare confusione all’interno del gruppo.
La Roma di oggi è invece una creatura altamente più solida e compatta, tanto da vincere tutte e sette le gare di campionato finora disputate, ma soprattutto in grado di trovare la quadratura del cerchio con un undici titolare praticamente fisso e indiscusso. Il tecnico francese Garcia ha fin da subito capito su quali elementi affidarsi, azzeccando la formazione tipo senza mai variarla, a meno di indisponibilità irreversibili come squalifiche od infortuni.
I numeri confermano l’attitudine degli intoccabili giallorossi: ben 9 elementi della rosa sono scesi in campo in tutte le sette giornate di campionato, e quattro di loro (De Sanctis, Benatia, Castan e De Rossi) non sono neanche mai stati sostituiti, giocando la bellezza di 630 minuti interi. Altri titolarissimi come Totti o Florenzi sono stati lasciati parzialmente a riposo solo contro la Sampdoria, per una sorta d turn-over minimo attuato da Garcia nel turno infrasettimanale, mentre il sempre presente Balzaretti ha saltato solo gli ultimi dieci minuti dell’ultima sfida, quella vinta in casa dell’Inter, per l’espulsione comminatagli dall’arbitro Tagliavento.
Anche tra gli uomini della panchina Garcia ha già fatto le proprie scelte, visto che un calciatore come Taddei, dato per finito dopo le ultime stagioni da non pervenuto, è subentrato a partita in corso cinque volte su sette, guadagnandosi il ruolo di primo cambio alla squadra titolare.
Keivan Karimi