(G. Vitale) L’assessore allo Sport Pancalli sta lavorando al progetto. Raggiunto un accordo con la Figc, che si farà carico dei lavori di ristrutturazione. Nascerà anche un museo
Un po’ per risparmiare, un po’ per tutelare e valorizzare uno degli impianti sportivi che fa parte della storia di Roma prima che vada in malora. Obbiettivo: far tornare a nuova vita lo stadio Flaminio, il gioiello progettato dai Nervi alla fine degli anni 50, trasformandolo nella Casa del Calcio (con tanto di museo) a cura della Fgci, che lo prenderà in concessione e si farà carico sia dei lavori di ristrutturazione sia della manutenzione.
È il piano al quale da mesi sta lavorando l’assessore allo Sport Luca Pancalli, mirato a restituire alla città uno spazio di grande valenza architettonica e sportiva ormai sottoutilizzato, dal momento che pure il rugby – dopo il naufragio dell’ennesimo progetto di riqualificazione – è emigrato nel vicino stadio Olimpico. L’idea è di mantenere e salvaguardare tutte le attività che già si svolgono al Flaminio, prestando tuttavia particolare attenzione al calcio di tutte le categorie e a quello femminile, promuovendo anche eventi sportivi di rilevanza sociale su cui la Federcalcio – in quanto organizzazione di settore – deciderà di puntare. All’interno della nuova Casa, inoltre, verranno allestiti due spazi museali: uno dedicato agli architetti Antonio e Pier Luigi Nervi, che nella zona oltre allo stadio hanno creato il Palazzetto dello sport; l’altro museo al calcio.
La proprietà del Flaminio resterà ovviamente al Comune di Roma, come avviene per il resto dell’impiantistica pubblica cittadina, mentre la Fgci ne diventerà concessionaria. La procedura dovrebbe prevedere l’assegnazione provvisoria di un anno, entro il quale al gestore toccherà definire e presentare un progetto di ripristino dell’impianto e di valorizzazione conseguente alla nuova destinazione d’uso. Progetto che – a differenza dei precedenti, tutti bocciati dalla Fondazione Nervi che detiene la proprietà intellettuale e i diritti morali sullo stadio – non potrà prevedere modifiche strutturali in grado di alterare la sua fisionomia (niente copertura aggiuntiva), protetta da vincolo artistico e storico dal 2008.
Una mossa, dare in concessione l’impianto sportivo, che non comporterà alcun onere a carico del Campidoglio. Alleggerendo anzi il bilancio comunale dei costi di gestione e manutenzione che si aggirano ogni anno tra i 700mila e il milione di euro. Esattamente la cifra che l’amministrazione dovrebbe spendere per mantenere lo stadio nelle condizioni attuali, senza peraltro sfruttarne appieno le potenzialità. Tanto più che la Federcalcio avrebbe intenzione di investire in maniera cospicua nella riqualificazione. Ecco perché, dopo un anno, la concessione provvisoria (pensata per consentire alla Fgci di formalizzare il progetto) diventerà di lungo periodo, in modo da consentire alla federazione di ammortizzare l’investimento e rilanciare la struttura.
A giorni l’assessore Pancalli e il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, effettueranno insieme un sopralluogo al Flaminio. Al massimo entro due mesi la delibera che rende esecutiva l’assegnazione provvisoria approderà in giunta. E il calcio, lo sport più amato dai romani, troverà casa (e museo).
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