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AS ROMA Zampa: “I risultati merito soprattutto di Garcia. L’obiettivo per questa stagione deve essere la Champions”

Zampa sul derby

Carlo Zampa, una delle voci storiche delle telecronache romaniste, ha raccontato aneddoti e speso parole sulla stagione dei giallorossi. Ecco la sua intervista:

Come arriva la passione per le radiocronache?

“Inizia con l’amore per il calcio e per la Roma. Da piccolo per seguire le sorti della mia squadra potevo solo ascoltare il secondo tempo di “Tutto il calcio minuto per minuto” di Radio Rai ed ero affascinato dalla capacità di cronisti come Ameri e Ciotti di far vivere la partita attraverso la radio. Spesso mi registravo le loro cronache e me le risentivo”.

Spesso i telecronisti faziosi sono bistrattati dai fruitori dell’informazione, che li ritengono poco obiettivi. Secondo te è così od il tifo può comunque coniugarsi con l’oggettività richiesta dall’attività giornalistica?

“E’ una moda che fa parte dell’ipocrisia dell’ambiente del calcio. Tutti i giornalisti che seguono il calcio sono tifosi, chi più chi meno, ma quasi tutti cercano di tenere nascosta la loro fede calcistica per evitare critiche. Per me è esattamente il contrario, perché preferisco dire apertamente la mia squadra del cuore, fare tutto alla luce del sole senza per questo andare a scapito dell’obiettività. La credibilità agli occhi della gente si perde quando si nega l’evidenza, quando sei colluso con i malfattori del calcio, non quando manifesti il tuo tifo per una squadra. Poi, se devi fare la cronaca di una partita della Nazionale, allora è ammesso, anzi è auspicabile che i cronisti facciano sfacciatamente il tifo anche a scapito dell’obiettività… Si preferisce apparire, piuttosto che essere!”

Resta famosa la lettura della formazione a Roma-Juve dove da speaker della Roma ti rifiutasti di leggere i nomi di chi passò ai bianconeri. Come mai Sensi non andò oltre e decise di chiudere il rapporto lavorativo? Pressioni esterne?

“Non fu Franco Sensi, che era già fuori dalla Roma per motivi di salute, ad estromettermi, ma Rosella, che evidentemente non aveva la voglia e la forza per opporsi a Moggi e alla Juventus. Non mi disse nulla e seppi solo attraverso i giornali ad agosto che ero stato sollevato dall’incarico di speaker dello stadio e di cronista di Roma Channel. Da quel momento non mi rivolsero più la parola e mi considerarono un nemico della Roma. Era un loro modo di fare”.

Parlando di Roma, sono 6 vittorie di fila. Migliori in Europa insieme a Barcellona e Atletico Madrid, miglior difesa in Europa e una media gol da fare invidia a Zeman. Merito solo di Garcia?

“L’80% del merito è suo, perché ha ridato fiducia e dignità ad un gruppo che si è arricchito dell’esperienza di giocatori come Maicon e De Sanctis. Per Garcia conta la squadra, il collettivo, fa sentire tutti importanti ed integrati nel gruppo. E’ una caratteristica che ha mostrato anche quando allenava il Lille. E’ pignolo e meticoloso fino all’eccesso e i giocatori lo seguono”.

Cedendo Lamela e Marquinhos puntando sull’utilità con Gervinho e Benatia la Roma ha fatto bene per ora? Ljajic e Jedvaj saranno all’altezza dei due ex?

“Al momento i risultati stanno dando ragione a Sabatini e a Garcia, speriamo possa essere così anche alla fine della stagione. La cosa fondamentale è che i giocatori credano nel lavoro che il tecnico vuole da loro”.

A questa Roma manca qualcosa a livello di rosa? Può essere l’anno di Destro?

“Ad inizio stagione ero preoccupato dalle poche alternative sugli esterni di difesa, ma la ritrovata fiducia di Balzaretti e le buone prove di Dodò e Torosidis mi hanno parzialmente tranquillizzato. Penso che la società non si tirerà indietro se ci sarà la possibilità di prendere uno o più giocatori nel mercato di gennaio che possano dare un contributo alla causa della squadra. In ogni caso spero che Destro recuperi presto e bene per aumentare il peso in attacco della squadra”.

Parafrasando un noto film Baldissoni ha parlato del “Curioso caso di Francesco Totti”. Concordi?

“Di curioso c’è solo il tentativo di molta gente di considerare Totti ogni anno finito per poi rendersi conto che è sempre il numero 1”.

L’obiettivo deve essere tornare in Europa o si può pensare a qualcosa di più da subito?

“La Champions è l’obiettivo primario, poi vedremo cammin facendo”.

Sicuramente tra qualche tempo si inizierà a parlare del futuro della maglia numero 10: meglio ritirarla, assegnarla ad un top player già affermato o concederla un giorno ad un prodotto della Primavera?

“Io continuo a godermi Totti in campo per altri tre anni, il resto è secondario”.

Totti e la Nazionale: secondo te Francesco andrà ai Mondiali in Brasile, dopo aver saltato quelli del 2010?

“Forse per Francesco potrebbe essere il coronamento di una splendida carriera giocare i Mondiali nella patria del calcio, ma dipenderà dalle sue condizioni quando saremo a ridosso della competizione e dalla sua volontà. Personalmente soffro sempre quando vedo i giocatori della Roma nelle varie Nazionali, ho sempre paura che si facciano male!”.

Fonte: soccermagazine.it

giovanni parisi

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