(M. Calabresi) – Dicono che a Trigoria sia arrivato un gran numero di giocatori «poco personaggi, ma tanto professionisti». Gervais Yao Kouassi, uno che il massimo della stravaganza lo ha raggiunto facendosi disegnare una linea di abbigliamento con il suo nome, è in cima alla lista: timido, con una vocina da doppiatore di cartoni animati, ma con una gran voglia di allenarsi, di correre, di calciare in porta e non più fuori o addosso al portiere. Sarà un caso, o forse no, ma nelle due partite in cui Gervinho è entrato dalla panchina (a Livorno e a Parma), il suo ingresso ha cambiato la partita. Una deflagrazione nelle difese avversarie che non c’era stata contro il Verona, quando in 90 minuti aveva combinato meno di quanto fatto in trasferta. Garcia, che di lui conosce pure il numero delle treccine, è stato il primo ad accorgersi di questa tendenza e, tra le sue idee, c’è quella di confermare Ljajic (provato con Totti e Florenzi) dall’inizio nel derby con Gervinho pronto a entrare in corsa.
Sensazioni Ne ha giocati di derby, Gervinho: tre vittorie e due gol in quattro partite contro il Lens (con il Lilla), una vittoria e un k.o. contro il Tottenham con l’Arsenal. «Ma sono sicuro che questo è il più sentito—spiega a Roma Channel —. Non dobbiamo ripetere gli errori fatti in passato e vincere. Chiedo supporto ai tifosi, noi daremo tutto e credo che porteremo a casa i tre punti». Convinzione dettata dall’aria nuova che si respira a Trigoria: «Questo è un gruppo di qualità, sono felice di farne parte. Garcia poi, l’ho trovato progredito, una persona diversa da quella che avevo conosciuto. La sua personalità non mi ha sorpreso: è uno che dà fiducia alla squadra, rigoroso ma simpatico ». E se pure lo manda in panchina, Gervinho non fiata, anzi, ci mette la firma, come sull’azione che ha portato al rigore di Strootman a Parma.
Obiettivi Sta bene, Gervinho: la moglie e le sue due figlie si sono stabilite a Roma, lo lasciano persino giocare alla playstation o rivedere i dvd delle sue partite. E la serenità, per un calciatore, vale tanto: «Spero di vincere qualche trofeo a Roma, per festeggiare tutti insieme e ballare come matti ». Domenica, in palio, non ci sono trofei, ma gli altoparlanti del l ’Ol impi co sanno fare rumore.
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