Il direttore sportivo giallorosso Walter Sabatini torna a parlare alla stampa dopo parecchi mesi, al termine di una campagna acquisti movimentata e discutibile che ha visto partire da Roma ben tre gioielli della rosa dello scorso anno. Il ds risponderà dalla sala stampa di Trigoria alle domande dei cronisti, incuriositi certamente dalle scelte di mercato estive. La conferenza inizierà alle ore 12.30.
Mercato in uscita molto difficile per lei?
Si, molto duro, arrivato dopo il 26 maggio, una dimensione psicologica difficile, dovevamo ricostruire tutto. Abbiamo concluso in maniera direi soddisfacente, vedremo meglio poi se ci saranno conferme. La squadra è competitiva, certo l’ho già detto l’anno scorso e due anni fa ma devo restare positivo, accogliendo molte osservazioni fatte e recepite inevitabilmente.
In passato ci disse che un allenatore che non mette in campo Lamela non ci capisce nulla di calcio; cosa ne pensa di una società che vende Lamela?
Penso che questo calcio è dinamico, propone tutti i giorni sollecitazioni e circostanze imprevedibili. Abbiamo fatto le nostre riflessioni sul mercato, non pensavamo assolutamente di poter cedere Lamela, ma col tempo con i nuovi fattori esterni abbiamo preso in considerazione questa eventualità. Cedere
Erik ci ha portato grossa sofferenza, ma era la decisione da prendere visto il cambio di scenario intorno a lui. Il Tottenham gli ha fatto un’offerta ragguardevole, non l’avremmo mai potuta pareggiare. Era difficile rinegoziare un contratto a quelle condizioni, è stato un fattore imprevisto che ha cambiato i desideri delle persone intorno a lui. Piuttosto di iniziare una battaglia improbabile l’abbiamo venduto, se l’avvessimo determinato il mese prima avremmo ottenuto più soldi.
La Roma sulla carta era competitiva anche gli scorsi anni. Lei ritiene di aver creato una Roma più forte?
E’ una squadra forte ma diversa dall’anno scorso. Avevamo pensato che il talento bastasse per imprimere una strada da fare, ma abbiamo avuto la certezza che la squadra non sarebbe decollata. Siamo tornati a cambiare ancora.
Ha rinnovato il contratto prima della finale di coppa. E’ stata una sorta di assicurazione per lei o voleva rivendicare il suo modus operandi?
Il mio modo di essere mi impone di fare contratti annuali. Credo di aver agito in maniera corretta, ho rinnovato prima del 26 maggio ma non credo sarebbe cambiato qualcosa se non avessi firmato.
Ha dovuto cambiare le scelte sui giocatori da portare a Roma?
Non credo che abbia preso una totale diversificazione dalle scelte precedenti, abbiamo inserito delle caratteristiche precise, diverse, soprattutto per la personalità dei calciatori ed il carisma. Ragazzi come Florenzi, Romagnoli e Dodò confermano la volontà di puntare sui giovani. C’è comunque una diversa dinamica interna, c’è un’interazione forte tra nuovi e vecchi.
Si è sentito più libero dopo l’addio di Baldini e come ha vissuto il fatto che il Tottenham abbia preso 4-5 calciatori da lei trattati?
Non è un ratto quello di Franco, sapeva che erano calciatori che stavamo trattando e si è inserito su quelli che la Roma gli ha concesso, è stato leale. Non ho provato alcun senso di fastidio, fa un lavoro importante lontano da qui. Chiriches è andato lì ma senza manovre ingiuste. Si, mi sento libero di lavorare senza Baldini che è un amico, ma devo ammettere che mi sento libero solo quando sono da solo. Vivo meglio avendo una via di fuga, ciò non riguarda Baldini uomo che è una persona maginifica, ma se faccio le cose con lui le compio con tempi e modi sbagliati. A Londra l’ho visto rigenerato.
Premesso che considero le cessioni di Marcos e Lamela suoi buoni affari, non credo che alla fine di questa stagione non troverà due giocatori che abbiano questa rivalutazione così sostanziosa. L’anno prossimo dove troverete le risorse? Cosa risponde a chi sostiene che la Roma ha una squadra piu solida vendendo il futuro?
Il futuro è solamente a Trigoria. Perché abbiamo molto patrimonio a Trigoria, come Pjanic, Destro e altri giocatori come Florenzi e speriamo Jedvaj e Romangoli. Anche Strootman che è un investimento potente, molto importante. Ometto di dire Dodò, visto che ci credo solo io, ma vi convincerò strada facendo. Alla fine della stagione, col ragazzo che ora è in sofferenza, celebreremo Destro: un giocatore fortissimo che ha un problema che stiamo valutando tutti insieme con attenzione, ma fra due mesi sarà pronto. Al di là del suo valore che conoscete, ha un bottino da grande attaccante con 11 gol prima dell’operazione. Qualcuno ha messo le foto segnaletiche, ma quando recupero il buon umore che ora non ho, mi spiegherete perchè un nostro giocatore forte deve trovarsi su una pagina di giornale una progressione di degrado. Sono due foto fatte male che non rispondono alla verità. E’ un nostro giocatore, della Roma da trattare con attenzione che soffre molto la sua attività. Lavora 10 ore al giorno per tornare. Per il finanziamento vedremo, dipenderà dal risultato finale della squadra, è quello che muove gli equilibri. Se la domanda è finalizzata a capire se la Roma è oppure è già società venditrice, la risposta è no. Noi lavoriamo con l’obiettivo, per ora mancato, di essere competitivi. In tutto questo concorre anche il monte-ingaggi e dobbiamo guardarlo insieme perchè è un problema che esiste e cercheremo di adattarci. Lamela è stato messo in vendita quando la Roma ha capito che un pari livello poteva essere acquisito a migliori condizioni. Non è una dismissione pr soldi, ma tecnica. La Roma ha ancora giocatori di patrimonio e ce ne ha parecchi, come Pjanic con il quale dovremmo mettere a posto le beghe di contratto.La Roma cercherà di adattarsi. Lamela è stato messo in vendita quando la Roma ha capito di poter acquisire un pari talento a condizioni vantaggiose. La Roma ha venduto Lamela e contestualmente preso Ljajic. È una dismissione tecnica, non economica.
La Roma dove deve arrivare per essere contenti? Garcia è una sua rivincita?
No, è una scelta non una rivincita. Una scelta fatta dopo aver scandagliato il mercato. Ho trovato un uomo che ha ritmo nel far le cose, ha idee e le porterà avanti senza invadere i territori. Se vuole fare qualcosa la farà. Quando io gli ho chiesto che rapporto vuole avere con la squadra, lui mi ha guardato con gli occhi sbarrati e mi ha detto “Io amo la mia squadra”, ma non c’è nulla di patetico. E’ una cosa che ha detto perchè un grande allenatore deve avere questo sentimento per poterla capire. Ho avuto la fortuna di capire che cosa voleva dire, ovvero seguirla in tutto e per tutto. Sa i problemi di tutti: li segue con attenzione eccessiva e sa cosa fare e dire con loro. Sa quanti soldi togliere se sbagliano. Sa come parlare con un ragazzo e sta portando a consolidare l’idea della squadra. E’ molto bravo. Sull’obiettivo sono costretto a dire una cosa che mi condannerà al pubblico: la squadra ha risorse per gareggiare per le prime posizioni. La Roma può e deve perseguire la Champions League. Non lo dico a caso, ma lo dico perchè vedo i calciatori. Senza offendere nessuno, io so che se un giocatore come Maicon rientra negli spogliatoi incazzato, non è la stessa cosa se ci rientra un giocatore dello scorso anno di cui non faccio nome. Mi dispiace tirare in ballo i giocatori. Così come se lo fa uno come Strootman che domina in una nazionale molto complessa, significa che è un ragazzo che sa che lo stare zitto costituisce un messaggio, ha le sue certezze e le trasferisce in campo. Dico che competeremo per la Champions.
Lei alla fine del mercato ha provato a prendere un altro attaccante , è soddisfatto? Un anno di rinnovo per lei è considerato una via di fuga?
Il contratto: ho sempre fatto cosi, l’ho chiesto io ovunque perché mi pare una cosa equa. Si lavora un anno e poi le aziende fanno il loro bilancio e si possono liberare. Mi sento libero anche io. Voglio un rapporto sempre chiaro senza avvocati. Poi vedremo a giugno per il prossimo contratto ma ho molta serenità. Le entrate e le uscite sui numeri: c’è un numero positivo tra dare ed avere però dopo mi è successo che gli stipendi sono andati su, non sono numeri che si possono controllare. C’è un saldo positivo di mercato e ci sono state operazioni pirotecniche ma noi siamo troppo tristi per celebrare le nostre cose. Se compri a 3 e vendi a 31 devi stappare lo spumante. La Roma ha fatto cose importanti, ma non cambio stato d’animo perché sono triste per altri motivi. Con i giocatori che sono entrati siamo andati su col monte salariale, ma non siamo riusciti a tenerlo giù.
Ci può spiegare perchè la Roma non è riuscita a prendere un’altra punta? Ritiene la Roma ancora incompleta?
Sarebbe stata incompleta la Roma dando via Borriello e prendere un altro. Borriello è un grande calciatore, voleva cercare fortuna nel Genoa che gli garantiva una maglia da titolare, cosa che la Roma non può fare. Il giro a tre è stato provato nelle ultime ore, volevo portare Quagliarella alla Roma ma questa cosa è saltata. Ma non è successo nulla. La Roma non è incompleta: Garcia gioca con tre punti mobili, tra questi attaccanti una soluzione la troviamo. Borriello è un ottimo giocatore e ci darà un contributo importante.
Quest’anno avete voluto fare un cambio di filosofia. La sua reazione al gol di De Rossi al Livorno?
Ringraziavo il dio del calcio. Quando vedo Daniele, che era in difficoltà, fare un gol così dico: “Per fortuna il dio del calcio è tornato”. Sul cambio di filosofia, è stato una necessità. Alla vigilia del 26 maggio avevamo fatto un buon recupero con Andreazzoli, con segnali di crescita. Poi ci siamo trovati di fronte questa partita, che ci ha smascherati in qualche misura e ci ha mostrato inadeguati. Ci ha fatto capire che serviva gente che poteva affrontare questo tipo di partite. Sennò al posto di Maicon, rispetto al mio periodo romantico dell’utopia, avrei preso Wallace. Invece abbiamo preso Maicon, con cui abbiamo fatto un patto d’onore, proporrà per la Roma tutto ciò che avrà da spendere.
Che ruolo ha avuto Baldini nel mercato della Roma? Alleato o rivale? Lamela andava al Tottenham anche senza Baldini?
Se non c’era Baldini, Lamela andava da qualcun altro, ma non escludo lo stesso il Tottenham. Baldini ha fatto una scelta condivisa con presidente ed allenatore, forse lui ha reso agevole la trattativa. Noi l’abbiamo messo in vendita tardi Lamela, quando non c’erano i presupposti, Lamela poteva andare via a prezzo più alto.
Ci può spiegare meglio su Lamela? Cosa è cambiato tra la telefonata intercettata in cui lei diceva che bastava venderne due e poi ne sono stati ceduti tre, e il terzo è Lamela?
Quell’intercettazione è una vergogna, ma non la ricordo bene. E’ cambiata una cosa che non è marginale ma puo sembrarlo. Lamela è stato aggredito da una società italiana che gli ha fatto un’offerta faraonica, da 3,5 milioni netti. Quando questo è successo noi avevamo perso il giocatore e non sarebbe stato più quello di prima. Noi volevamo aumentargli lo stipendio di poco. Lamela soffriva la questione, mentre gli altri lo spingevano ad una negoziazione con noi. Quando questo è successo ho detto al giocatore che la Roma poteva aumentare lo stipendio, lui non era molto contento e lo vedevo anche nel lavoro. Ho pensato di non poterlo recuperare definitivamente ed ho acceso una cosa che non avrei fatto: la cessione. Nessun giocatore infelice scende bene in campo. Questa è stata la causa scatenante che non edulcora il mio dolore per la cessione, ma poi ci sono meccanismi nuovi. Il calcio è dinamico: magari mentre stai cedendo ti arriva un altro giocatore da poter prendere, cioè Ljajic. Il calcio è di tutti e tutti possono cambiare il calcio.
La Roma non potrà mai permettersi un giocatore ai livelli di Lamela che chiede un adeguamento?
Non sarà cosi in alcune circostanze. Immancabilmente se i giovani funzionano devi rinegoziare. La Roma deve avere una linea di stipendi, che quest’anno è già sforata. Il primo anno avevo trovato circa 95 milioni di tetto salariale e siamo andati sotto di 7-8 e l’anno dopo siamo andati ancora sotto e quest’anno siamo andati un po’ sopra. La Roma ha chiaro un percorso da fare che porterà l’azienda ad affrontare il problema stadio e la società impone i conti a posto. Al momento dobbiamo ripianare una perdita di 30 milioni l’anno. Non è che butteremo via tutti i calciatori per ripianare. Ci sono giocatori che rappresentano il patrimonio.
Cambiando sempre giocatori, si può riuscire a creare una grande squadra?
Penso di sì. Bisogna entrare nei cicli ed essere fortunati. Metti insieme qualche campione e li fai crescere. Nel calcio non dobbiamo avere paura anche a misurarci con chi è più grande di noi
Oggi la vedo quasi remissivo. Lei è convinto di questa Roma?
Sono totalmente convinto. Nessuno mi ha obbligato a vendere. La società mi ha dato un numero entro il quale lavorare, avrei potuto acquistare giocatori a meno, o vendere. Sono io che sono convinto di quello che devo fare. Maicon non c’entra nella vicenda. Perchè ho detto che ci sono partite importanti. Ho detto che io non avrei preso Maicon se il derby andava in un’altra maniera. La squadra era in crescita e la vittoria in coppa ci avrebbe dato la possibilità di poter rischiare. Quella sconfitta e la maniera in cui è maturata ci ha imposto di dover cambiare qualcosa per essere la Roma dei romanisti. Abbiamo fatto scelte diverse. Il mio non era un sogno ma un’utopia. La squadra andrà in campo con giovani e meno giovani e deve riscattare un impegno. Riscattare l’ansia di tutti noi.
E’ un mercato che si è aperto con l’idea Allegri e si è chiuso con l’idea di vendere Borriello. C’è meno coerenza nella Roma?
Ho già detto che nel calcio succedono tante cose che cambiano. Non abbiamo iniziato con Allegri, ma con un gruppo di allenatori, tra cui Allegri, per poi arrivare a Garcia di cui siamo contenti. Il problema di Borriello è diverso. Lui avrebbe voluto andar via per giocare di più e giocarsi il mondiale, non siamo riusciti a cederlo ma siamo contenti di tenerlo. Borriello è ancora un problema perchè sa giocare a calcio, ma non trova collocazione anche per come si pone e per le idee degli allenatori non trova la tranquillità se era un asino non era un problema. Ora si sta attivando con grande impegno, e ci ha chiesto lo spalmamento dell’ingaggio. Noi lo aspettiamo.
Il buco di 30 milioni significa che senza Champions la Roma dovrà vendere ancora? Esiste la clausola per Ljajic?
O dovremmo vendere o la società risanerà. Sì, la clausola c’è ed è piuttosto alta che ci sta bene. Perché è importante, perchè sarà difficile per tutti attaccarla. Per tenere i salari più bassi si accettano anche queste cose.
Jedvaj?
(risponde Antonio Tempestilli, ndr) E’ solo una questione burocatica, l’unico problema che abbiamo avuto è stata la decisone sulla scuola del ragazzo e abbiamo trasmesso i documenti alla Fifa in seguito all’apertura delle scuole. Vi confermo che Jedvaj sarà a disposizione per il Parma
Quanto invece è stato un problema Osvaldo?
spiace che le cose siano degenerate, poteva esserci feeling tra lui e il pubblico. Ha fatto cose risibili, si è messo dentro un tunnel dal quale non usciva più. Ma sappiamo che è un ragazzo in gamba, ha fatto 28 gol nella Roma. Speriamo lo faccia anche nel Southampton, abbiamo qualche bonus da riscuotere…
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Redazione AsRomaLive.it
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