(E. Menghi) Non solo Garcia vuole vincere qualcosa con Totti. Con la certezza di un posto al Mondiale del 2014, Prandelli comincia a guardarsi intorno per scegliere gli uomini giusti, con l’esperienza che serve in un’occasione simile e con la voglia di arrivare fino in fondo, o almeno di provarci. E la carta d’identità, quando si parla di un campione del mondo, può anche passare in secondo piano. Tra 10 giorni il capitano romanista compirà 37 anni (in regalo riceverà un nuovo contratto: entro due settimane è attesa la firma), ma il ct azzurro ha un intero campionato per capire se l’età calcistica di Totti sia inferiore alle candeline sulla torta: «Tutti possono sperare. L’obiettivo della nazionale è avere i migliori e vincere, non abbassare a tutti costi l’età media di 2-3 anni» ha detto ieri Prandelli.
La formazione schierata dall’inizio contro la Repubblica Ceca aveva una media di 29,18 anni, abbassata da Balotelli che ne ha solo 23, ma per metà caratterizzata da over 30. Se la Roma cresce intorno a Totti, molti si chiedono se l’Italia che si è qualificata con ricco anticipo abbia davvero bisogno di portarlo in Brasile. Dino Zoff, che ha vinto in azzurro il campionato del mondo dell’82 in Spagna, fa una premessa: «Bisogna vedere in che condizione si troverà quando ci saranno i Mondiali. Fin qui ci siamo qualificati bene. Bisogna guardare sempre avanti, ma se c’è necessità…. L’ex portiere, che la nazionale l’ha pure allenata dal 1998 al 2000, preferirebbe un futuro con più giovani in campo, ma, se la convocazione dovesse essere recapitata a casa Totti, non si aspetterebbe una risposta negativa: «Io gli consiglierei di dire di sì. Non ho mai creduto alla storia secondo la quale Francesco avrebbe problemi se giocasse sia in nazionale sia nella Roma. Può fare entrambe le cose». Con Zoff c’era anche Antonio Cabrini ad alzare la Coppa 31 anni fa e la linea di pensiero è simile: «Se Prandelli non avesse altre soluzioni, potrebbe avvalersi di certi talenti che danno garanzie. Come Totti, ma anche Di Natale. Li conosce a memoria – ha confidato a Radio Radio – se facessero una bella stagione, li porterebbe e li farebbe anche giocare».
Un invito a non abbassare la guardia diretto a chi ha trascinato l’Italia nel Paese della samba. Zibì Boniek, che nella Roma ci ha giocato per tre anni e ora fa il presidente della Federazione polacca, non mette in discussione il talento del capitano giallorosso, ma non sembra credere nel tormentone che lo vorrebbe di nuovo d’azzurro vestito: «È una situazione remota, improponibile. Francesco sta bene con la Roma, non deve dimostrare niente a nessuno. Dal punto di vista della qualità e della creatività non ci sarebbero problemi. Se venisse convocato potrebbe dire di sì, perché potrebbe tranquillamente dare una mano. Ma dovrebbe avere un ruolo importante, tutti si aspetterebbero molto da lui. Lui non è peggio di nessuno, ma a 37 anni un calciatore non deve complicarsi la vita».
Marco Cassetti è di qualche mese più piccolo del suo ex capitano e non ha dubbi: «Se arriva a fine campionato in condizioni ottimali deve essere convocato: avete visto a che livelli gioca ancora?». Destro e Florenzi non si sbilanciano. «Dipende da lui e da Prandelli». Ma Totti si sente pronto? Per adesso aspetta solo un segnale da Prandelli (che finora non è arrivato) e sarebbe disponibile quantomeno a parlarne. Magari davanti a un caffè al bar di Trigoria.
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