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As Roma, Avv. Contucci: “La sospensione dell’Away Card è una discriminazione per i tifosi romanisti”

Dichiarazioni su questa tessera

As Roma Club Away

AS ROMA DICHIARAZIONI / ASROMALIVE.IT – Una questione che solleva sempre più polemiche, è la decisione dell’Osservatorio di sospendere più volte l’Away Card. Lorenzo Contucci, vicepresidente dell’associazione MyRoma, ha commentato questo fatto al palinsesto Calciomercato.com:

Abbattiamo questo muro di ipocrisia, è quanto si legge sul vostro portale in merito ai fatti accaduti dopo Roma-Verona. Qual è esattamente la vostra posizione in merito? 
Siamo ai limiti del grottesco. Noi di MyRoma abbiamo sempre preso le distanze dagli atteggiamenti violenti, come del resto scritto nel nostro Statuto. E’ tuttavia inaccettabile quanto sta facendo l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive che, pur di non prendere atto del fallimento del sistema tessera del tifoso, sta adottando provvedimenti discriminatori verso la tifoseria romanista che ha sottoscritto la card away in 6500 unità e che, per i profili di sicurezza, ha le medesime caratteristiche della tessera del tifoso. Da quando i romanisti sono tornati in trasferta, lo 0,011% di loro sono stati denunciati e quindi l’Osservatorio pensa bene di punirne 6500. E’ inaccettabile e francamente ridicolo. Auspico che la Roma prenda una posizione chiara sul punto e tuteli i suoi clienti/tifosi contro queste decisioni, oltretutto illogiche, visto che chi ha ferito 8 steward a Roma-Verona erano tifosi con la tessera del tifoso in tasca“.

A tal proposito, ai possessori dell’Away Card è stata vietata la possibilità di andare a Livorno ed è di ieri la notizia che la sospensione è confermata anche per la prossima trasferta di Parma. Come intendete tutelarli? 
La misura è colma. Li tuteleremo in tutte le possibili sedi giudiziarie e, come detto, auspico che la A.S. Roma faccia lo stesso per tutelare i suoi clienti. Siamo nell’Italia del 2013, non nel Cile o nella Cina degli anni ‘70. Se qualcuno delinque lo si punisca ma non si penalizzino coloro che non c’entrano nulla“.

Sono uscite le date delle partite della Roma fino a Natale. Come l’anno scorso, molti incontri programmati all’Olimpico sono in notturna. Questo elevato numero di partite penalizza la stessa società che ha istituito un settore dedicato alle famiglie, le quali evidentemente avranno più difficoltà ad andare allo stadio.Quali saranno le vostre iniziative in tal senso? La proprietà della Roma ha margini per intervenire? 
Abbiamo dimostrato attraverso documenti che la Roma ha perso molti soldi di mancato incasso perché la sera le famiglie allo stadio non vanno. La scorsa stagione la Roma ha giocato in notturna, in casa, 15 partite su 19, Alcune volte è necessario per via degli incontri europei degli antagonisti, ma altre volte l’orario viene scelto dalla Lega solo per esigenze televisive, con danno per il pubblico da stadio e per le.famiglie che, con vuoto pressapochismo, si dice di voler riportare negli impianti. E’ una menzogna, delle famiglie a questi signori interessa assai poco. Io stesso non ho abbonato una delle mie figlie, 13enne, per via delle notturne. Lo avrei fatto se ci fosse stata la garanzia di un certo numero di partite diurne. Abbiamo scritto alla Lega che ha spiegato le ragioni di così tante notturne. Saranno anche (in parte) valide ma, per favore, allora non si parli di voler riportare le famiglie allo stadio. E’ pura ipocrisia“.

La partita più importante per i tifosi della Roma, ovvero il derby con la Lazio, è stata programmata invece per le ore 15. Il biglietto del settore più popolare in vendita costerà 45 euro, mentre diminuiranno sensibilmente i prezzi delle tribune, posti pensati per persone con un reddito medio alto. Quali riflessioni le induce questa scelta della società? 
In Inghilterra le fasce popolari, una volta proprietarie morali del football – gioco che nasce in mezzo alla strada – non possono più andare per gli eccessivi costi e gli stadi sono riservati al pubblico danaroso che va dalla middle class in su. Gli americani vogliono questo, perché alzando i costi dei settori più popolari e diminuendo quello delle tribune intendono impostare un discorso simile a quello britannico, dove tutti i settori sono costosi e dove il cliente – rigorosamente seduto – guarda uno schermo sperando di esserne inquadrato ingozzandosi di Coca Cola e pop corn. Cosa che si auspica di fare con i nuovi stadi. Il calcio c’entra poco“.

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