AS ROMA MAICON INTERVISTA / ASROMALIVE.IT – Il portale web brasiliano Globoesporte.com ha intervistato in esclusiva il terzino Douglas Maicon, attualmente titolare indiscusso nella Roma, club che gli ha dato la possibilità di tornare ad esprimersi come nei suoi migliori giorni da calciatore. L’ex interista ha confessato le sue debolezze e le difficoltà passate negli ultimi due anni:
“Mio figlio mi ha chiesto perché non giocavo più. Perché lui era abituato ad andare allo stadio a vedermi giocare ogni fine settimana. Sono tornato a casa un giorno e lui mi ha chiesto perché non giocavo. Ho detto che papà è rimasto ferito, ho detto “papà ha giocato 12 anni”. Provate voi a spiegare tutto questo ad un bambino, è complicato. Era una domanda a cui io, all’epoca, non sapevo rispondere. E mi ha commosso molto. Ho passato un brutto periodo, non stavo bene nemmeno con me stesso. E ora devo ringraziare Dio per averlo passato. Nel 2011 ho sofferto di affaticamento muscolare, dovuto a 12 anni di gioco e allenamento praticamente senza nessuna vacanza. Giocando nella mia squadra e impegnandomi con la nazionale brasiliana pure. All’epoca del Cit, già nella mia seconda partita ufficiale per il club contro il Real Madrid in Champions League, ho forzato la gamba sinistra e ho finito per avere un infortunio alla caviglia sinistra. Lì, in pratica, ho smesso di giocare. Un supporto al piede, ho proseguito il mio lavoro. Così, ho finito per danneggiare ancora di più la gamba e ho iniziato di nuovo a avere dolori alla gamba destra. Il ginocchio non ha sostenuto, ho finito per dover fare un secondo intervento chirurgico al ginocchio destro. Ho passato due anni senza giocare a un livello elevato. Normalmente, ogni mercoledì, ogni fine settimana, sei visto in televisione e poi da un momento all’altro, si finisce per essere solo un fantasma. Devi avere testa. Devi essere motivato ogni giorno. Avere personalità, perché la critica comincia ad emergere, la gente comincia a diffidare del tuo lavoro”.
Maicon ha parlato anche del ritorno in Nazionale dopo alcuni anni: “Dopo tre partite sono stato chiamato. Sono rimasto sorpreso. Credo che abbiano fiducia in me, ora torno mostrando il mio lavoro e tutto l’impegno che ci ho messo. Non vedo l’ora di presentarmi. Non vedo l’ora di rivedere i miei “ex” compagni di squadra, di rivedere i tifosi. La nazionale è tutto per me. Tutto! Io lavoro col mio club per essere nella squadra nazionale. Non ci sono dubbi. E’ magica. L’ho seguita nella Confederations Cup, guardavo la folla cantare l’inno abracciato a loro. Vi immaginate che cosa sarà una Coppa del Mondo? Io lavoro tutti i giorni al mio club per essere sempre pronto alla chiamata di Luis Felipe e per far si che il mio sogno si avveri. Quando si tratta di titolo, la Coppa del Mondo, ancora di più in Brasile, non sarà nemmeno la ciliegina sulla torta. Sarà la torta di ciliegie! E sono pronto per questo, pronta a uscire da lì, dare il mio meglio, e non lasciare la squadra nazionale.“
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