Formula 1, Michael Schumacher si racconta a “I Signori della F1”

Intervista del campione tedesco

Schumacher
Michael Schumacher

FORMULA 1 DICHIARAZIONI / ASROMALIVE.IT – Nella serata si ieri, nella trasmissione “I Signori della Formula 1″, l’ex pilota di Ferrari e Mercedes Michael Schumacher, si racconta parlando della sua carriera ma anche del presente della Formula 1. Ecco le sue parole:

La Formula 1 di oggi e quella di ieri.
Ai miei tempi la preparazione fisica era molto importante, la Formula 1 richiedeva molti sforzi a livello fisico. Quando ho iniziato fattori come velocità, fatica, assenza del servosterzo e cambio manuale rendevano necessario avere una grande forza fisica. Oggi, invece, l’aspetto atletico incide meno: la velocità è rimasta invariata, ma si possono utilizzare il servosterzo e i freni idraulici, oltre ad altri elementi tecnici che permettono di focalizzarsi più facilmente sulla guida. La preparazione fisica non è più così fondamentale, ma certamente può aiutare. Io mi sono sempre allenato per essere al 150%, 200%, perché sono convinto che si debba essere pronti ad affrontare qualsiasi imprevisto.

Su Flavio Briatore.
Flavio non era un esperto di Formula 1, era tutto nuovo per lui. Grazie a certe situazioni e a qualche coincidenza, entrò a far parte del team per occuparsi degli aspetti commerciali, mentre Tom Walkinshaw e il suo gruppo erano responsabili della parte tecnica. Io avevo appena esordito a Spa, Briatore era arrivato da poco e insieme a Walkinshaw pensò proprio a me. Flavio è Flavio, in quel team il suo lavoro è stato fenomenale, è stato capace di gestire gli aspetti finanziari e organizzativi alla grande, in più conosceva bene i suoi limiti, sapeva di non essere un ingegnere e non interferiva con il lavoro dei meccanici. Aveva creato un equilibrio fantastico. Era un business-man molto tenace, finché risultavi funzionale ai suoi affari non c’era nessun problema, e questo era il mio caso. Siamo diventati buoni amici passando un bel periodo insieme.

Sulla sua carriera.
I 7 titoli mondiali rappresentano ovviamente il mio record più importante, in fin dei conti l’obiettivo è vincere i campionati, non si fanno sforzi e sacrifici solo per vincere una gara. Il titolo conquistato nel 2000 è stato il più importante e prestigioso per tutti noi. Jean Todt quel giorno sul podio disse che la vita da quel momento sarebbe cambiata.

Sul ritorno alle corse con la Mercedes.
Quando sono tornato ero consapevole di quello che mi aspettava, così come quando mi sono ritirato definitivamente. Ho sempre avuto una vita oltre alla Formula 1 e ora posso viverla più intensamente, la famiglia è molto importante per me, in più ho tante passioni e hobby ai quali mi dedico. Dal punto di vista professionale sono ambasciatore della Mercedes e testimonial per diverse aziende con le quali sto sviluppando alcuni progetti. Sono felice dell’equilibrio che ho trovato fra lavoro e vita privata.

Sul Mondiale di quest’anno.
La stagione in corso non è molto diversa dalle precedenti, a parte forse qualche problema in più dovuto alle gomme. L’anno scorso dopo il GP del Bahrain avevo già fatto notare che qualcosa non andava, che c’erano dei problemi, adesso se ne sono accorti tutti. A parte questo, come sempre, vince il migliore. Ed è giusto che sia così.

Il pilota più forte di oggi?
Vettel, Alonso, Räikkönen, Hamilton attualmente sono i migliori in Formula 1, insieme a qualcun altro che forse dimentichiamo. Sono tutti umani, certamente hanno dei punti deboli ma lavorano tanto per nasconderli, che poi è il segreto per cercare di risultare sempre forti e senza debolezze. Non credo sia il caso di analizzarli ulteriormente, aggiungo solo che il migliore dovrebbe vincere.

Sugli incidenti di Silverstone.
Quello che è successo a Silverstone è stato un caso eccezionale, non conosco bene i dettagli e le cause precise dei problemi alle gomme, ma posso assicurare che Silverstone è uno dei circuiti più veloci in cui le gomme vengono portate quasi al limite. Si scopriranno i motivi precisi, ma un pilota sa che una gomma può esplodere, è successo a tutti. Non è piacevole, ma il problema più grande per me riguarda il fatto che le gomme dovrebbero essere compatibili con la maggioranza dei team in gara, non solo con poche macchine come invece sta succedendo in questi due anni. E poi le gomme dovrebbero essere in grado di supportare almeno l’80%, il 90% delle potenzialità di una macchina. In circuiti come Monaco e Barcellona i piloti devono guidare sotto il 50% delle loro possibilità per conservare intatte le gomme. Quando guardo quei GP me ne accorgo immediatamente. Per i piloti è frustrante e per nulla divertente, magari i tifosi non notano questi dettagli ma sarebbe normale che le gomme si adattassero alle caratteristiche delle macchine. Non dovrebbe esserci tutta questa discrepanza.

Ferrari o Metrcedes?
Non ho problemi a dire che amo sia la Ferrari che la Mercedes. In Ferrari ho vissuto un periodo fantastico, forse il migliore in quanto a vittorie e amicizie, ma mi sono trovato bene anche alla Mercedes, dove sono stato felice di poter lavorare con tante brave persone. Sono due cose diverse, ma nella vita è giusto variare un po’.

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