ROMA GRANDE DIFETTO COMUNICAZIONE / ASROMALIVE.IT – A pensarci bene, uno dei più grandi errori della nuova dirigenza romanista è stato compiuto sotto il profilo comunicativo. Da due anni a questa parte, infatti, si è verificata un’enorme discrepanza tra parole e fatti. Quando arrivò Thomas DiBenedetto si parlava di una Roma subito al vertice. Si leggevano frasi come “lo scudetto subito“. Andando avanti, ci si e’ poi accorti che, in realtà, il progetto americano non prevedeva risultati a breve termine. Si sarebbe dovuto aspettare. Non è una questione di soldi. Sul mercato è stato speso, e anche tanto. E’ più che altro un fatto di scelte. Non più top player, non più grandi nomi ma giovani scommesse (anche se dotate di gran talento) per costruire una formazione che, in futuro, avrebbe potuto competere per grandi traguardi. Non è giusto fare di tutta l’erba un fascio ma certa stampa ha forse sopravvalutato il potenziale della prima Roma a stelle e strisce, quella di Luis Enrique. Era un esperimento.
Forse bisognava far entrare nella testa dei tifosi romanisti che solo nell’arco di alcuni anni, e dopo vari tentativi, si sarebbe potuta vedere una Roma degna di questo nome. Il problema è che, dopo aver centrato più volte il secondo posto, come si sarebbe accolta l’ipotesi di vivere diversi anni di transizione? Purtroppo, però, è quello che, a conti fatti, sta accadendo. Per mesi sono stati fatti i nomi di allenatori come Mazzarri, Allegri, Mancini, Benitez, poi è arrivato Rudi Garcia che ha mostrato indubbiamente grandi qualità ma che ora dovranno fare i conti con il calcio italiano. Pensare che c’era chi diceva: “tanti tecnici hanno cercato la Roma“. Al club capitolino continuano ad essere accostati dei grandi nomi (viene in mente ad esempio Paulinho) ma poi si rivelano essere soltanto illusioni. Ogni inizio stagione, poi, da due anni a questa parte, c’è qualcuno che dice: “faremo una grande Roma“. Perché non dire chiaro e tondo che si è subito un ridimensionamento, che non si è capaci di fare un salto di qualità? O è forse che ora il club non ha più l’appeal per determinati tipi di giocatori? Se, invece, si trattasse di problemi economici, perché non dire che si è speso già troppo e che si è costretti a coltivare ambizioni da mezza classifica? La reazione della piazza farebbe davvero così paura?
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Marco Pennacchia
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