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Le dichiarazioni del noto procuratore sul tecnico francese e sugli obiettivi di mercato di Sabatini

Il tecnico francese Rudi Garcia (Getty Images)

MERCATO ROMA CANOVI GARCIA SCELTA OBBLIGATA / ASROMALIVE.IT – Intervenuto sulle frequenze di Centro Suono Sport, l’avvocato Dario Canovi ha parlato di Rudi Garcia, degli obiettivi di mercato della Roma e anche degli errori della dirigenza romanista in questi due anni. Ecco le sue parole:

Si avvicina la fine della querelle allenatore per la Roma, con la scelta di Garcia. Come la valuti?
E’ stata una scelta un po’ obbligata. Mancati gli obiettivi italiani Mazzarri e Allegri, era rimasto solo Mancini ma, per motivi di rapporti incrinati con i dirigenti, e per motivi economici, non è stato possibile l’accordo. Rimaneva solo una scelta estera e il Lille di Garcia giocava un bel calcio. Lo scorso anno, anche senza Hazard andato al Chelsea, ha messo in difficoltà il Psg negli scontri diretti”.

Quali possono essere le difficoltà per Garcia?
La prima sarà la lingua. Non so se parla l’italiano ma tra poco inizierà il ritiro quindi non ha molto tempo. E’ vero che non ci sono molti italiani nella Roma però l’ambiente parla italiano. Le altre difficoltà saranno sicuramente la diversità dei metodi di allenamenti e la pressione che si subisce a Roma rispetto a Lille. Lille ha uno stadio da 25.000 spettatori e il calcio italiano è molto diverso, per mentalità, difetti e vizi dal calcio francese. Speriamo che si adatti bene e presto”.

Dal punto di vista del modulo quali varianti potrebbe apportare?
In Francia Garcia giocava 4-2-3-1, i giocatori per giocare così la Roma li ha ed è abbastanza adatta per sviluppare un gioco basato su questo sistema”.

Quali personaggi gli affiancheresti, che conoscano il calcio italiano e la piazza di Roma?
Con Blanc doveva arrivare Candela e anche con Rudi Garcia potrebbe essere l’uomo giusto, per esperienza e intelligenza”.

La Roma sta cercando di rinforzarsi sugli esterni. Ritieni che nel rapporto qualità-prezzo quello di Basta può essere il migliore?
Mi sembra il giocatore giusto, conosce il calcio italiano. Se ne dovessi prendere uno migliore, andrei su Piszczek . Non credo però che uno come Piszczek vada alla Roma andando via dal Borussia Dortmund dopo una finale di Champions League e due Scudetti vinti in Germania”.

Quale deve essere l’obiettivo per la prossima stagione della Roma?
Dopo questi due anni sarebbe meglio stare zitti. Il silenzio in una situazione come quella della Roma sarebbe d’oro”.

Se Sabatini fosse sul mercato da direttore sportivo, quali squadre lo prenderebbero?
Sabatini è un ottimo scopritore di talenti, i risultati che ha ottenuto con Palermo, Lazio e Perugia lo dimostrano. Fare il d.s. è un’altra cosa, è un ruolo che richiede altre caratteristiche che Sabatini non mi sembra avere a pieno. Il direttore sportivo deve essere una persona che sappia consigliare l’allenatore, oliando i rapporti tra dirigenti, allenatore e giocatori, un’interfaccia diplomatica che comprenda i problemi dei vertici e dello spogliatoio”.

Sabatini ottimo talent, però Lamela è stato pagato 20 milioni, Pjanic 12, Destro circa 17, Marquinhos scelto in collaborazione con Zeman 4,5. Giocatori di talento però pagati tanto.
Una cosa è scoprire talenti, saperli comprare o vendere a prezzi bassi è un altro mestiere. Dare Menez ad 8 milioni al Psg è stato svenderlo. Qui sta la differenza tra talent scout e direttore sportivo

Facendo un piccolo passo indietro, come valuti i due anni di bilancio di Baldini alla Roma e l’epilogo della scorsa settimana.
Credo che lui si sia assunto responsabilità che non erano sue. Lui non scelse Luis Enrique, ma a me fu Sabatini a dirmi di averlo scelto lui. Sono stati i due anni più bui della Roma dell’ultimo decennio. Baldini è uno dei pochi che sa riconoscere la propria responsabilità, è una persona coerente e onesta che sa dare le dimissioni e in Italia sono davvero pochi. Di errori ne ha commessi, riconoscerli è una cosa che sanno fare in pochi”.

E’ il meno colpevole di tutto l’apparato dirigenziale romanista?
No, non credo sia giusto. E’ stato corresponsabile di una gestione deficitaria negli ultimi due anni”.

Marco Pennacchia

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