ATLETICA EUGENE/ASROMALIVE.IT – Gare di mezzofondo stellari, come da tradizione e tanto di più. Il Prefontaine Classic, quarta tappa di Diamond League, non tradisce le attese. Eugene si conferma sempre più capitale dell’atletica statunitense. I botti arrivano anche dalle prove di velocità e dai concorsi. Soprattutto dalla pedana dell’alto: il 21enne qatarino (vero) Mutaz Barshim, uno dal talento sconfinato e con due molle al posto delle caviglie, vola a 2.40. Fino a 2.36 fa a cazzotti con lo statunitense Eryk Kynard e il canadese Derek Drouin, poi i due sbagliano le tre prove a 2.39, lui “passa” l’ultima, ha vinto e chiede il misurone. Detto-fatto. Con un progresso di un centimetro sul personale centrato lo scorso anno a Losanna. L’asta di Renaud Lavillenie è poco da meno. Il francese, per superare il tedesco Bjorn Otto, che si arrampica fino a 5.90, deve superare l’asticella posta a 5.95. Lo fa al secondo tentativo. Nei 100 solo il vento inficia due grandi prestazioni. E se il 9″88 (+2.6) di Justin Gatlin rientra quasi nella norma, clamoroso è il 10″71 (+2.2) di Shelly-Ann Fraser. La giamaicana, due volte oro olimpico della specialità, non finisce di stupire. Ed era pure reduce da un lieve infortunio… Alle sue spalle, attesa fino a un certo punto, la nigeriana Blessing Okagbare (10”75) che regola Veronica Campbell.
Tra i risultati che non ti aspetti, quello dei 400: Kirani James si deve inchinare per 7/100 a Lashawn Merritt che si impone in 44″32. Nuovi fenomeni all’orizzonte nei 110 hs: il 22enne giamaicano Hansle Parchment stampa un 13″05 (+0.9) precedendo il 21enne cubano Orlando Ortega (13″08). Negli 800 donne 1’56″72 della burundiana Francine Niyonsaba. Peccato che nei 400 hs non si liberi una corsia per Yadis Pedroso: in una gara dominata dalla ceca Hejnova in 53″70, col 54″54 del suo fresco record italiano, sarebbe stata seconda.
Kenenisa Bekele può tornare re. Va a lui l’atteso 10.000 di venerdì. Mancata la sfida con Mo Farah, l’etiope non centra un tempo da consegnare alla storia (27’12″08), ma con un 400 finale corso in 56″ contro avversari di tutto rispetto, dice che i problemi degli ultimi anni potrebbero essere superati. La gara ha passaggi lenti (8’05” ai 3000, 13’33” ai 5000) e non decolla. Poco dopo l’8° km è il keniano Karoki ad attaccare: gli rispondono in sette (non Tariku Bekele, che finirà 12°) , c’è selezione e all’ultimo giro è scontro a due. Imane Merga prova a resistere, ma c’è poco da fare. Kenenisa si volta una decina di volta e lo addomestica. Difficile ora escluderlo dai Mondiali di Mosca. Poca gloria per Daniele Meucci, 15° in 28’17”50. Proprio dalla prima giornata era intanto arrivato uno dei risultati più significativi: merito del russo Alexandr Menkov, in questa stagione già oro europeo indoor, capace nel lungo di 8.39 (+1.7).
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