L’analisi su questi due anni giallorossi: si sono promesse le stelle, ci si ritrova con un pugno di polvere
EDITORIALE DIRETTORE ASROMALIVE.IT ANDREA POLICHETTI / ASROMALIVE.IT – Siamo ormai giunti alla fine della stagione e davanti a noi lo scenario non è esaltante. Una partita praticamente inutile contro un Napoli che non ha nulla da chiedere e una finale importantissima alla quale vengono affidati l’orgoglio cittadino nonché la speranza di entrare in Europa League dalla porta di servizio.
Senza partire preconcetti, si è aspettato tanto per dare un voto all’operato della società da due anni al timone della Roma.
Abbiamo visto passare la gestione dalla banca agli americani, tre allenatori, due presidenti e più di quindici calciatori. E cosa ci rimane in mano alla fine di questo secondo anno? Davvero poco.
Da tifoso parlo ai lettori tifosi e credo siamo tutti stanchi di questo caos intorno ai colori che amiamo e, seppur con rammarico, sono fermamente convinto che l’operato della società non sia stato all’altezza delle aspettative.
Per rendere vincente questo progetto si sono scomodati i migliori dirigenti sul mercato (o quelli che si credeva lo fossero), Baldini e Sabatini. Il primo, un uomo di mondo, abituato a palcoscenici importanti e abituato a vincere. Il secondo un talent scout d’eccezione con un fiuto per le giovani promesse fuori dal comune.
Quale è il bilancio del loro operato? Baldini, a mio parere, ha pienamente fallito. Voleva cambiare la mentalità, introdurre una nuova filosofia. Cosa volesse dire in concreto non è mai stato davvero chiaro, fatto è che se la Roma ha un difetto lampante è proprio la mancanza di una mentalità vincente, di saper reggere la pressione psicologica e di affrontare le gare con il giusto piglio. Di converso, non sono mancate le polemiche, spesso sterili, con la stampa e soprattutto con un simbolo quale Francesco Totti.
Si potrebbe rispondere che ha fatto un buon lavoro fuori dal campo, espandendo il brand Roma e firmando importanti contratti pubblicitari. Forse, ma ad oggi la Roma è senza sponsor e ha un contratto con la Nike appesantito da molte clausole, tra cui quella di poter rompere questo matrimonio in qualsiasi momento. Senza contare una probabile causa con la Kappa per la rescissione voluta dai dirigenti capitolini. Un po’ poco, a mio parere, per la figura che doveva portare la Roma nel mondo e renderla un marchio ai massimi livelli.
Riuscire a valutare l’operato di Walter Sabatini non è cosa semplice: lasciando stare le eventuali battute sul suo trascorso laziale (provinciali quanto si vuole, ma si sa quanto la rivalità si accesa a queste latitudini), ha portato a Trigoria più di quindici calciatori. E’ vero che tra loro ci sono potenziali campioni, ma non si faccia confusione. I vari Lamela e Pjanic erano giocatori conosciuti già anni prima che la Roma li prendesse, dunque il merito del ds va ridimensionato.
L ‘unica vera intuizione a mio avviso è Marquinhos.
Malgrado questo amaro bilancio dobbiamo pensare al futuro. Ora è doveroso chiudere la stagione con la vittoria in Coppa Italia che ci consentirebbe di andare in Europa e magari di mettere quella stella che tanto aspettiamo.
Per la prossima stagione speriamo in un allenatore che abbia carisma e che non si faccia schiacciare dai giocatori. Che sia Allegri oppure Mazzarri poco conta. L’importante che si abbiano le idee chiare e che non si faccia la fine di quest’anno optando per una scelta di ripiego che inauguri un altro anno di “transizione”.
Riguardo il mercato, si spera arrivino giocatori capaci di far fare il salto di qualità per tornare a essere protagonisti. Il tutto senza dimenticare gli 80 milioni di debiti che pesano sul conto giallorosso e che andranno saldati… con il mercato alle porte.
Direttore asromalive.it Andrea Polichetti