ESTERO INTERVISTA / ASROMALIVE.IT – Ronaldo il “fenomeno”, ha fatto visita a Vinovo per parlare anche del suo Brasile e di alcuni club italiani compresa la Roma. Ecco le sue dichiarazioni:
Ronaldo, è tornato in Italia da ambasciatore. “Sì… eh ambasciatore. C’è un grande evento, la Confederations Cup da far conoscere”.
Era in compagnia del viceministro dello sport. Insomma, Ronaldo, c’è un avvenire politico davanti a lei. Tra l’altro ha avuto il passaporto diplomatico Fao.
“Ambasciatore del calcio. In Brasile si giocherà una ouverture del Mondiale. Qualcosa da gustare. E’ giusto raccontarlo in giro”.
In Italia, alla Juve. A Vinovo ha incontrato Pirlo, Buffon.
“Amici, grandi campioni. Vedrò la partita tra Juve e Milan. Quindi a Madrid”.
“Brasie”.
Vabbe’, facile così.
“Non so se sarà facile”.
Quali saranno le vere stelle del Mondiale?
“Io dico che Messi e Cristiano Ronaldo saranno davanti a tutti. Ma il giocatore che sarà il migliore del Mondiale, come chiaro, sarà quello che avrà dietro la squadra migliore».
Quindi?
“Non so se Messi con l’Argentina ce la farà ad andare fino in fondo”.
Parliamo di cose di casa nostra.
“Parliamo”.
Dica la verità: di quale squadra è più tifoso in Italia?
“Eh, sono stato all’Inter e al Milan. E al Milan sono stato bene. Ma in fondo mi sento più legato all’Inter”.
Un momento difficile, cosa ne pensa.
“Eh! Da quando noi siamo andati via non è più la stessa cosa”.
Veramente da allora hanno cominciato a vincere.
“Eh, eh eh… Lo so, lo so. Negli anni di Mourinho sono stati al centro del mondo. Appena qualche anno fa. Mi dispiace che adesso abbiano dei problemi. Ma è sicuro che l’Inter tornerà a farci divertire tutti. E a vincere. Lo spero proprio. Lo spero per Moratti, un grande presidente. Una persona per bene. Un grande intenditore di calcio”.
Ha visto ci sono le polemiche di sempre. Allenatori, medici, preparatori atletici.
“Già, mi sono sentito più giovane a sentirle”.
A proposito di giovani. Javier Zanetti sembra non invecchiare mai.
“Beato lui che ha ancora tanta voglia. Ne ha quaranta di anni. O no?”.
Ad agosto.
“Ha forza, voglia, salute. Se avessi avuto un terzo della sua salute. Purtroppo non è stato così”.
Lei in quel periodo è stato non solo il miglior giocatore dell’epoca. Ma a mio avviso anche di altre. Era imprendibile, irraggiungibile. C’è chi la ricorda ancora con terrore. Costacurta ad esempio. Chi è che somiglia a Ronaldo del periodo 1996-1998?
“Questo non ha senso. I paragoni sono antipatici e non ci stanno. Cristiano Ronaldo e Messi sono quelli che con distacco vedo davanti a tutti. Ma quello che è stato o che non è stato lasciamolo agli almanacchi”.
A proposito di gioventù. Lei è tornato in forma.
“Allude alla dieta?”.
Sì.
“Ne avevo bisogno. Ho perso venti chili. E devo dire che da settembre, quando è cominciata questa esperienza raccontata da un programma televisivo, mi sono sentito bene e sto bene”.
E’ anche quella una prova sportiva. Una grande forza di volontà. E un obiettivo raggiunto.
“Sono contento così. E’ una cosa che si può fare”.
A proposito non tanto di grassi (e comunque è dimagrito pure lui) ma di campioni intramontabili. C’è Francesco Totti: ha il suo stesso anno di nascita. Anche lui non sembra fermarsi mai.
“Totti è proprio bravo. Ha classe e l’aiuta una tecnica straordinaria. Se tiene la condizione che vedo può andare avanti chissà fino a quando”.
Fino a quando?
“Può continuare a divertirsi. Fino a quando ci si diverte la fatica pesa meno”.
Totti ha vinto meno di quello che poteva?
“Sì, anche a livello individuale. Poteva essere un perfetto Pallone d’oro. Avesse conquistato qualche cosa con il club in Europa… E’ un calciatore che ha dei numeri rari”.
Da calciatori a allenatori. Le sarebbe piaciuto Mourinho? Lei lo ha avuto a Barcellona.
“Sì, ma non da primo. Mourinho è un grandissimo allenatore. Chissà insieme cosa avremmo potuto fare”.
Lo vedrà a Madrid martedì.
“E’ un grandissimo leader. E ha in testa dei concetti importanti. Capace di trasmetterli e di farli comprendere”.
Gli allenatori italiani non sono più cult?
“Tutt’altro. All’estero sono dei punti di riferimento. Ancelotti al Paris Saint Germain sta lasciando il segno. E Capello in Russia: sembra non dover perdere mai”.
Quindi l’Italia non è in crisi come sembra.
“No, è ancora un punto di riferimento. Se esporta allenatori esporta calcio. E se esporti calcio hai sempre qualcosa di importante da far ammirare”.
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