AS ROMA DICHIARAZIONI / ASROMALIVE.IT – Fabio Borini, oggi al Liverpool, ai microfoni di Rete Sport ha parlato della sua ex squadra, la Roma e parla delle differenze tra il derby romano e quello della cittadina inglese.
Come stai?
“Bene, bene. Sono in fase di guarigione”
Una delle cose più belle dello scorso anno è stato lo striscione dei tifosi “Vogliamo 11 Borini”
“Mi ricordo benissimo quello striscione e quando vedi che certe cose accadono dopo così poco tempo rimani quasi spiazzato. I tifosi sono stati magnifici con me e li ringrazio per questo”.
Aspettative future?
“La mia stagione è stata purtroppo condizionata da alcuni infortuni causati da altri, in contrasto. E quando succede non puoi fare che accettarlo. La prima operazione alla caviglia male è andata male e i tempi di recupero si sono allungati. L’infortunio alla spalla invece è stato meno grave e dovrei tornare in campo a breve. La stagione al Liverpool? Non è da buttare, mancano ancora diverse partite”.
Nonostante la tua giovane età hai sempre mostrato una grande maturità
“Anche se ho cambiato molte squadre i compagni da cui imparare e a cui ispirarmi li ho avuti”.
Che differenze ci sono tra il derby di Liverpool e quello di Roma
“Te lo so dire meglio tra due settimane quando potrò giocarlo. Visto da fuori, sicuramente è più acceso quello di Roma, c’è più rivalità, è una battaglia più diretta visto che Roma e Lazio hanno più o meno lottato sempre per gli stessi obiettivi, mentre tra Liverpool e Everton il divario è sempre stato maggiore. Per quanto riguarda il calore della gente invece a Roma il derby si sente già dall’inizio della settimana, a Liverpool un po meno”.
Chi senti ancora dei tuoi ex compagni?
“Sento spesso Destro ed ho sentito qualche volta Pjanic”.
Rimane Pjanic?
“A quel discorso non ci siamo arrivati”.
Il tuo futuro?
“Nessun dubbio: resto a Liverpool”.
Hai trovato delle similitudini tra De Rossi e Gerrard?
“Ce ne sono parecchie perchè De Rossi è legato parecchio alla città ed è molto passionale proprio come Gerrard”.
Cosa non ha funzionato lo scorso anno?
“Forse ci è mancato un po di cambio di mentalità che non è stato immediato. Quella è stata una cosa che non ha funzionato come doveva. Il resto c’era, non si può dire che non ci fosse: abbiamo fatto grandi prestazioni in alcune occasioni. Dal mio punto di vista, eravamo tutti col mister. Non è stato facile per tutti assimilare un nuovo modo di fare calcio”.
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