Le dichiarazioni dell’ex centrocampista giallorosso sul derby e sullo stato di forma del capitano
ROMA LAZIO MORIERO CORSA MAZZONE CURVA SUD / ASROMALIVE.IT – Francesco Moriero, ora tecnico del Grosseto, è stato nella Roma dal 1994 al 1997. Anch’egli ha voluto, come tanti ex giallorossi in questi ultimi giorni, rilasciare qualche dichiarazione in vista del prossimo derby. Queste le sue parole riportate dal sito ilpagellone.it
Francesco, ricordi ancora il primo derby che hai giocato?
Lo ricordo perfettamente, fu quello dove vincemmo 3-0 ed in panchina c’era Carlo Mazzone. Vivere un derby in campo è completamente diverso rispetto alla televisione; le gambe cominciano ad andare per conto loro. Sono delle sensazioni personali che si vivono e difficili da spiegare. Ogni giocatore riesce a trovare le proprie motivazioni al di là della preparazione settimanale.
E’ quello il derby a cui sei affezionato?
Si perché era il primo che giocavo, perché di fronte c’era una Lazio forte allenata da Zeman, perché Mazzone era considerato difensivista. Tutti ci davano come perdenti e aver vinto è stata una bella soddisfazione. Ricordo con piacere la corsa di Mazzone sotto la curva sud per festeggiare.
Arrivando ai giorni nostri, chi vedi favorita tra Roma e Lazio nella prossima stracittadina?
Vengono entrambe da una sconfitta. Fin da inizio campionato ho sempre considerato la Lazio come rivelazione di questo campionato per il gioco che ha dimostrato di esprimere. La squadra è ben gestita da un allenatore straniero che è riuscito ad entrare nei meccanismi del calcio italiano ben coadiuvato dal suo secondo. La Roma è una squadra che al momento sta andando a corrente alternata. Entrambe hanno bisogno di vincere anche per avere uno slancio importante per proseguire il campionato.
Come giudichi il lavoro di Andreazzoli?
E’ entrato in punta di piedi ma si muove agevolmente nell’ambiente perché lo conosce bene. Sa perfettamente come gestire giocatori importanti come Totti e De Rossi che ormai conosce da diversi anni ed in più è riuscito a portare maggiore entusiasmo con delle vittorie importanti.
Lo prenderesti in considerazione per la panchina anche nel prossimo anno?
Questa è una decisione che la società prenderà in base ai risultati che produrrà. Lui ha preso anche in mano una squadra che prima era gestita da Zeman. Il lavoro di un allenatore in una piazza importante come quella di Roma non è semplice perché è molto esigente e non può aspettare tanto. Non vince da diversi anni.
Quanto è importante avere giocatori romani in un derby?
E’ molto importante perchè aiutano gli altri giocatori a comprendere bene cosa vuol dire il derby a Roma. Non tutti possono capire bene cosa voglia dire quella partita, solo chi l’ha giocata.
Tra i romani più rappresentativi c’è Francesco Totti che è riuscito ad arrivare ai 20 anni di serie A. Come si può descrivere il numero 10 giallorosso?
Tottino (così come lo chiamo io) è un giocatore unico come Baggio o Del Piero. Uno della vecchia generazione di grande classe. La sua prerogativa è non aver mai mollato ed essere stato sempre accanto alla Roma. Posso solo augurare a lui ogni bene.
Secondo te può davvero raggiungere Silvio Piola?
Nel calcio non si può mai dire. Quando però lui si mette in testa una cosa non è contento fino a quando non la ottiene. E’ un vero capoccione.