Il pensiero dell’ex centrocampista giallorosso sui difetti e sui pregi della Roma di Zeman
SERIE A SCAPOLO ROMA ERRORI INDIVIDUALI / ASROMALIVE.IT – Cristiano Scapolo ha collezionato solo sette presenze in giallorosso: fece parte della prima Roma zemaniana nella stagione 1997/1998. A Sportpaper.it, l’ex calciatore ha espresso la propria opinione sulla squadra capitolina e sull’operato di Zeman. Queste le sue parole:
Buongiorno, le manca il calcio italiano?
“Il calcio italiano pur essendo lontano lo seguo sempre con passione. Sta attraversando un momento non facile, come del resto la situazione generale del Paese, anche se bisogna avere fiducia nel futuro e nei giovani. Molte società hanno cominciato a fare questo con buoni risultati. Ci vuole del tempo”.
Lei che ha fatto parte della prima Roma di Zeman, dove ha sbagliato secondo lei il tecnico boemo in questa stagione?
“Da fuori non è mai facile valutare le cose. Penso che la Roma abbia offerto degli sprazzi di buon gioco offensivo con mister Zeman e non a caso rimane uno degli attacchi più prolifici. Ma nel calcio bisogna essere bravi a fare le due fasi e penso che in difesa si sono visti degli errori individuali gravi che hanno compromesso, soprattutto in casa, molte partite che sembravano vinte. In questo caso non mi sento di attribuire le responsabilità al modulo perché sono stati per lo più errori individuali. Magari una cosa che non ho capito, da spettatore, l’accantonamento di un giocatore come De Rossi ma, essendo fuori, non conosco come sono andate le cose. Per me Daniele è un campione di livello assoluto”.
Ha avuto la fortuna di giocare con un giovane Francesco Totti, come spiega la sua voglia e grande condizione nonostante i 36 anni?
“Quando ho giocato con Francesco era agli inizi della sua splendida carriera ma già faceva la differenza per la qualità delle sue giocate e per la spiccata personalità che aveva in campo. Penso che Francesco sia ancora a questi livelli perché conoscendolo è un professionista serio e si allena molto bene. Gli auguro di continuare a far felici i tifosi della Roma per il futuro. E’ un esempio per tutti”.
Visto che lei vive negli Stati Uniti, con l’avvento degli americani, la Roma è diventata più popolare in America?
“Qui il calcio Italiano non è seguito come in Europa anche se, negli ultimi anni, molte tournée estive di club italiani hanno fatto conoscere più da vicino i club italiani. Diciamo che la Premier League è la più seguita con la Liga in secondo piano per la massiccia presenza latina (soprattutto in California e Florida). E’ un dato di fatto che il calcio è cresciuto molto negli ultimi 10 anni e si prevede un’ulteriore crescita per il futuro. I proprietari sono conosciuti per il loro coinvolgimento con i Celtics più che con la Roma. Speriamo che riescano a fare grandi cose nel calcio cosi da essere da apripista per altri eventuali investitori”.
Cosa manca a questa squadra per diventare definitivamente una grande?
“Mi sembra una buona squadra con ottimi giovani che però devono maturare e che devono affermarsi giocando in competizioni di primo livello europeo (Champions League). L’ambiente di Roma non è facile ma è anche vero che, se sei un grande giocatore, ti fa maturare prima. Bisogna avere pazienza con un progetto a medio-lungo termine. Continui cambiamenti ovviamente non aiutano a tutto ciò”.