VULPIS / ASROMALIVE.IT – In questi giorni le notizie sulla nuova partnership tra Roma e Nike e quelle sulla trattativa saltata con Al Qaddumi hanno letteralmente catturato l’attenzione dei tifosi giallorossi. Per fare il punto su entrambe le situazioni la redazione di Romanews.eu ha contattato un esperto del mondo giallorosso, sia dal punto di vista sportivo che da quello economico: Marcel Vulpis, Direttore responsabile del portale Sporteconomy.it e Responsabile editoriale del portale Insideroma.com. Ecco le sue dichiarazioni:
Leggiamo da un articolo di Insideroma.comche la Nike creerà con la Roma una NewCo. Questo cosa significa?
E’ il modello Nike di gestione del merchandising sui grandi top club, a partire da Inter e Juventus in Italia. Vuol dire che c’è un controllo totale del merchandising da parte di Nike, che ha il 50% delle azioni di questa NewCo, ovvero New Company, col restante 50% in mano a soggetti che rappresentano la As Roma. Di fatto però è Nike ad avere un Core Business in abbigliamento sportivo e svilppo di merchandising sportivo ed è chiaro che avrà comunque l’ultima parola, per quanto poi consulterà sempre e comunque la dirigenza romanista.
Significa anche un impegno molto forte del colosso americano?
Secondo me è molto possibile, calcolando che il contratto dell’Inter con Nike scade nel 2016, l’ipotesi che rimangano in Italia con Juventus e Roma. Nei grandi mercati europei Adidas e Nike hanno al massimo 2 club e l’Italia sarebbe un’anomalia. Per sistemare l’anomalia la Nike potrebbe decidere di rinunciare all’Inter: il contratto è in scadenza, quello della Juve no, ed è molto probabile possa avvenire. Anche perché la scelta di Nike su As Roma non è tanto sul bacino di utenza della tifoseria, che con l’Inter è di 1 ad 8 o 9; numericamente i nerazzurri sono più forti sia in Italia che all’estero e hanno un blasone sportivo nettamente superiore. Ma la AS Roma ha nel suo nome il nome della città, mentre l’Inter rappresenta solo una squadra di calcio e non Milano, che è nel nome del Milan.
Viene da pensare ai “cugini” biancocelesti che, circa 20 anni prima, hanno scelto il nome Lazio…
Tra Roma e Lazio la città rappresentativa di Roma è la Roma, dal punto di vista del marketing chi scelse questo nome 85 anni fa aveva già creato i presupposti perché un giorno un grande brand sposasse attraverso la AS Roma la città di Roma. Chi scelse SS Lazio sicuramente ha sbagliato, visto che poi loro sono nati prima… Storicamente sono nati prima, ricordiamo che era una polisportiva, ma non avevano chiari intendimenti di marketing, che poi all’epoca non esisteva. Diciamo che nella Roma c’era un DNA sicuramente più furbo rispetto a quello dei cugini della Lazio. Roma è sempre stata la città eterna, la regione Lazio non mi sta ad indicare nulla…
E’ lecito pensare ad un avvicinamento a Nike da parte dei top player giallorossi?
Si, però potrebbe anche farmi pensare a una scelta di un De Rossi, fortissimo testimonial Adidas, che lascia la Roma per un club Adidas. Sicuramente in questo momento per la Nike avere un De Rossi così fortemente collegato alla rivale Adidas non è un grande plus dal punto di vista marketing, piuttosto è un minus.
Intanto l’anno prossimo la Roma dovrebbe produrre da sola il merchandising. Scelta conveniente?
Ormai è andata così, un top club normalmente dovrebbe avere una sua continuità: chiudendo con Kappa normalmente doveva essere già pronta Nike, ma di fatto non era pronta per l’operazione e quindi, al di là degli incontri avuti sia con Nike che con Adidas, si sono trovati ad avere un anno buio, in cui nessuno si sarebbe legato al club e a quel punto hanno comprato materiale dall’Asics. Abbiamo valorizzato come Insideroma.com l’operazione attorno ai 500mila euro, dopo vedremo quanto vale concretamente l’operazione Nike, per ora non annunciata.
I quotidiani oggi parlavano di cifre da top club europeo…
Sicuramente non è la cifra del Corriere dello Sport: dovremmo calcolare che un club come l’Inter, con un bacino d’utenza ripeto 8-9 volte più grande della Roma e con un maggiore blasone sportivo, non può essere valorizzato come la Roma. L’aspetto importante del progetto è sicuramente la sua durata di 10 anni. Una partnership per costruire grandi strategie di comarketing ed è palese che Nike farà di tutto perché il merchandising della Roma sia venduto in maniera significativa: prevedo strategie importanti sia in Italia che all’estero con il coinvolgimento dei Nike Store in tutto il mondo.
Un commento sulla vicenda Al Qaddumi? La Roma ha soltanto valutato un possibile socio, ma mediaticamente non sembra uscire bene da questa storia…
Ne esce male, perché un professionista come Pallotta, avendo strumenti sia personali che attraverso Unicredit, non doveva nemmeno arrivare a firmare un preliminare. Io ho chiesto una conferenza stampa alla Roma, essendo un titolo quotato in borsa sarebbe buona creanza: per avere trasparenza verso azionisti, tifosi e media. Potremmo fargli delle domande e lui potrebbe spiegare determinate scelte. Sennò i dubbi rimangono… Comunque è stata una ciambella uscita senza buco, può succedere, ma era meglio non accadesse.
Intanto parte della tifoseria è preoccupata, l’impressione di alcuni è che la ricerca di un socio sia sinonimo di debolezza a livello di proprietà…
Se sono entrato da due anni nel capitale di una società dovrei avere previsto il denaro che mi serve per portare avanti progetti… Non mi sarei aspettato a meno di due anni di distanza che si arrivasse a firmare un accordo preliminare che avrebbe potuto portare all’ingresso di un nuovo socio. Me lo sarei aspettato tra 2,3,4 anni… Non è un elemento di forza, non so se è un elemento di debolezza della proprietà, ma sicuramente mi fa pensare. Credo sia normale che i tifosi si pongano delle domande, e per questo, se Pallotta avesse la carineria di convocare una conferenza stampa, al di là di Al Qaddumi, potremmo anche sapere qualcosa in più sul presente e sul futuro della società.
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