SERIE A MIHAJLOVIC ESONERO ZEMAN TOTTI MIGLIOR CALCIATORE ITALIANO / ASROMALIVE.IT – Sinisa Mihajlovic ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport dove, oltre a ricordare gli anni trascorsi all’Inter come vice di Roberto Mancini, ha parlato anche dell’esonero di Zeman e dello stato di forma di Totti. Queste le parole dell’attuale c.t. della Serbia:
“L’Inter? Avrei preferito un’altra domanda. Perché non voglio essere frainteso. Non sono uno che si autocandida, non amo chi trancia giudizi dall’esterno e detesto chi sta appollaiato a gufare. Ma non ho mai tradito un sogno e non sono un ipocrita. Per cui, se mi chiede se spero un giorno di allenare l’Inter le dico sì. E lo ripeto mille volte. Mi fa piacere se il mio nome viene accostato alla panchina nerazzurra. Ma voglio troppo bene all’Inter per augurarmi che vada male per poter finire tra i “candidati”: per cui, da tifoso e da ex, spero che Stramaccioni e la squadra possano centrare un posto in Champions e magari trovare una incredibile rimonta col Tottenham. Io una panchina già ce l’ho, sono orgoglioso di essere c.t. della Serbia“.
Il Milan e Allegri potevano fare di più?
“No. Quando il Barcellona gioca così, a quei ritmi, con quella velocità non ce n’è per nessuno. Una delle squadre più forti di sempre: se trova la giornata giusta non ci sono rimedi”.
Cosa non pensava di vedere quest’anno?
“L’esonero di Zeman. Mi è dispiaciuto molto. Resta un maestro di calcio e, nella fase offensiva, è il migliore al mondo. Andreazzoli invece lo volevo a Firenze con me. Non me lo presero, all’epoca 4 collaboratori erano troppi. Ora Montella ne ha undici… Ma Vincenzo è bravissimo”.
Chi è oggi il miglior giocatore italiano?
“Totti. Uno dei primi tre giocatori italiani di tutti i tempi e il 10 più grande di sempre: più di Baggio, Del Piero e del mio amico Mancini. Ma se a 37 anni Francesco è ancora il migliore di tutti, vuol dire che il calcio italiano si è fermato”.
Quanto?
“Tanto. Parlo da “italiano” d’adozione. Il calcio è lo specchio del Paese, peggiorato negli anni. Spagna, Germania e Inghilterra sono più avanti. E la Francia ci ha raggiunto. Dalla mentalità alle strutture siamo indietro. In Italia si gioca per non perdere, all’estero per vincere”.
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