ROSSELLA SENSI ZEMAN / ASROMALIVE.IT – Rosella Sensi è intervenuta ad una trasmissione sportiva schierandosi con Zdenek Zeman. L’ex presidente dell’ As Roma ha dichiarato di non condividere la scelta della nuova società:
I numeri giustificavano l’esonero di Zeman?
“Non credo, parlo da chi sta fuori e non conoscendo la situazione interna mi permetto di dare il mio parere. Per la sua storia Zeman va sempre protetto e tutelato fino in fondo. Sinceramente non lo avrei esonerato, ma non conosco la situazione interna”.
Aveva detto in passato che avrebbe preferito Montella
“Avrei proseguito con Montella lo scorso anno. Non vuol dire che non avrei scelto Zeman, che ho conosciuto e stimo. Lo ritengo un ottimo allenatore, ma avrei iniziato un percorso nuovo, con i giovani e con Montella. Mio padre mi ha sempre detto che l’allenatore va sempre tutelato fino in fondo, a meno che lui non sia demotivato e non voglia andar via”.
La conferenza stampa di Sabatini, quelle parole su Zeman. Lei lo avrebbe fatto?
“No, non lo avrei fatto. Sabatini avrà avuto i suoi motivi, mi auguri. Ma in genere, come si dice sempre, i panni sporchi si lavano in casa. Di fronte alla gestione del gruppo l’allenatore va comunque sempre protetto”.
La dirigenza giallorossa e due scelte come Zeman e Luis Enrique: tagliare con il passato non è stato l’errore di base?
“Se lo chiede a me la risposta può essere scontata e naturale. Credo che, in un cambiamento così radicale come quello avvenuto due anni fa, un segno di continuità andava dato, almeno ai giocatori. Poi ognuno fa le scelte che ritiene più giuste, io non avrei dato un taglio così netto a tutto, immediatamente. Avrei continuato per capire come gestire le cose al meglio. Mi auguro che abbiano avuto dei buoni motivi”.
Andreazzoli?
“Una bravissima persona e grande professionista, un uomo silenzioso ma sempre molto presente. Lo ricordo nella gestione Spalletti, è stato determinante nell’organizzazione e nei risultati. Mi auguro e sono convinta che possa lavorare al meglio. Ha una responsabilità enorme in questo momento, quella di continuare in un momento di grande crisi e confusione”.
Il momento di De Rossi?
“Daniele ha un carattere molto forte ed è un ragazzo sensibile, non me lo riesco a spiegare perchè non ho contatti con lui. Sicuramente per rendere al meglio deve sentirsi in un certo modo. Non dico che si deve sentire al centro del progetto, non uso questi termini. Credo che la gestione del singolo giocatore è necessaria per fare una buona squadra. Probabilmente qualcosa è mancato nei suoi confronti e si è sentito demotivato. Ha anche lui le sue responsabilità, ma i giocatori vanno gestiti singolarmente perchè hanno caratteri diversi e vanno coinvolti tutti. Ma non dico nulla di nuovo”.
E’ mai possibile che sia impalpabile la presenza della proprietà? Cos’è la proprietà della Roma oggi? (domanda del direttore del Corriere dello Sport Paolo De Paola)
“Non la conosco, posso dire quello che è stato prima. La proprietà della Roma deve essere un punto di riferimento, nel bene o nel male, nei confronti di tifosi e giocatori, che devono sentire la presenza di chi decide. Per me è fondamentale nella gestione di un gruppo, che consiste non solo dei giocatori ma anche dei dirigenti e dell’ambente. La Roma va sentita, ci vuole passione per questo lavoro. Mi auguro che Pallotta lo avrà quando verrà qui, ma è troppo lontano”.
La presenza della società significa quasi tutto
“Si, il punto di riferimento nel mondo del calcio è necessario”.
Il ruolo della banca, la sorprende l’atteggiamento attuale? Durante la sua gestione l’atteggiamento era più rigoroso (Domanda del direttore del Guerin Sportivo Matteo Marani)
“Non so quale sia l’atteggiamento della banca, posso percepire la stessa impressione che ha avuto lei ma non conosco la presenza della banca nella gestione della Roma. Forse hanno mollato un pochino, ma non ne ho idea”.
Il progetto dello stadio, che tempi avrà?
“La legge sugli stadi è necessaria per il calcio italiano, bisogna adeguarsi al calcio europeo. Mi auguro che i tempi siano brevi”.
Lei è stata criticata in passato anche per il rinnovo del contratto di Totti
“Sono stata criticata perché sembrava una cosa fatta ‘in famiglia’. Quando abbiamo rinnovato il contratto ero convinta che non stavamo facendo un regalo a nessuno, e il tempo mi ha dato ragione. Adesso gioca ancora meglio”.
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