Stasera ci sarà il confronto tra Lazio e Inter, le cui due tifoserie sono gemellate
LAZIO INTER TIFOSI TIFANO AVVERSARI / ASROMALIVE.IT – ”All’Olimpico l’unico a festeggiare è il calcio. Gli altri sono tutti tristi. Disperati gli interisti, solo dispiaciuti i laziali”. E’ questo l’incipit di un articolo, firmato da Massimo Vincenzi, comparso sul sito repubblica.it il 5 maggio del 2002. Quel giorno si era disputata l’ultima partita della stagione: la Lazio ospitava l’Inter che avrebbe potuto agevolmente vincere il tricolore. Tutti ricorderanno come andò a finire quella gara: i nerazzurri persero 4 a 2 e arrivarono addirittura terzi, perché Juventus e Roma vinsero rispettivamente a Udine e Torino. Le parole iniziali di quell’articolo, però, riassumono bene l’atteggiamento della tifoseria biancoceleste, che, come si sa, è gemellata con quella interista. Un atteggiamento sottolineato anche da alcuni altri passi del pezzo: ”Al 19′ ci pensa Poborsky a cambiare il pomeriggio: l’esterno sfida i suoi tifosi e va a segnare l’1 a 1”, o anche, nel finale: ”La partita più strana del mondo è finita: piangono i tifosi di tutte e due le squadre”.
Dopo otto anni, la storia si è ripetuta. Tutti i tifosi romanisti ricorderanno quel 2 maggio del 2010. Ancora Olimpico. Ancora Lazio – Inter. Una vittoria dei padroni di casa avrebbe concesso alla Roma di candidarsi nuovamente per lo scudetto. Peccato però che nella giornata precedente i biancocelesti avevano ottenuto la matematica salvezza. Quella sera, praticamente, tutto lo stadio era con l’Inter: un assedio nerazzurro salutato da ovazioni del pubblico laziale. Quei pietosi striscioni con su scritto ”Oh noo”, fatti da una tifoseria che per poco non era finita in Serie B. Quella sera, a Roma, qualcuno ha rinnegato i propri colori. E allora, rivolgendo le parole iniziali di questo articolo, si potrebbe dire che il 2 maggio del 2010 l’unico a non festeggiare è stato il calcio.
Ma certe abitudini non vanno via. Forse a Roma, c’è una tifoseria che pensa più alla sorte dei ”cugini” che non a quella della propria squadra, come conferma questo video (clicca qui per vederlo)
Marco Pennacchia