CHI IN PORTA / ASROMALIVE.IT – A Verona, domenica pomeriggio, la Roma scoprirà finalmente il suo portiere titolare. Zeman, è bene chiarirlo subito, si fida di Goicoechea, che dalla gara contro il Parma in campionato non è più uscito. Nelle 6 partite consecutive in cui è partito dall’inizio, 5 successi e la sconfitta, con gaffe sulla punizione di Candreva, nel derby, e due volte, contro il Torino e il Pescara, non ha subito gol. Dopo 41 giorni, martedì sera in Coppa Italia contro l’Atalanta, è rientrato l’olandese che ha fornito un’ottima prestazione nelle poche volte in cui è stato chiamato in causa.
A questo punto, a quanto riporta Il Messaggero, non si può più dare per scontata domenica la presenza di Stekelenburg nella formazione di partenza contro il Chievo, anche se i dirigenti giallorossi (per primo il ds Sabatini), come è successo per Pjanic, si augurano che l’olandese, pure per evitare la svalutazione del suo cartellino, si riprenda il posto. Ormai, come si è visto contro l’Atalanta, è guarito. Il giornale stila anche una particolare tabella dei motivi che potrebbero indurre Zeman a scegliere uno piuttosto che l’altro.
PERCHÉ L’OLANDESE
Tecnicamente Stekelenburg è più forte. Tra i pali il confronto non esiste. Anche lui sa trattare la palla con i piedi e, l’anno scorso, fu scelto anche per questo. È più razionale del collega, nel senso che vuole ridurre al minimo gli eventuali rischi, dote che ha acquisito giocando tante partite in campo internazionale. Sa bene che un errore del portiere può incidere sul risultato più di quelli che commettono gli altri giocatori. Preferisce, dunque, il passaggio semplice e scontato. Per non mettere in difficoltà i compagni con palloni che scottano. Di poche parole, ha esperienza e fisico.
PERCHÉ L’URUGUAIANO
La scelta coinvolge anche l’aspetto tattico. Zeman è convinto che la difesa della Roma, quando c’è Goicoechea, riesca a giocare più alta. L’uruguaiano sa utilizzare bene i piedi e quindi partecipa di più del collega. Anche per una questione di carattere. Parla molto e quindi, al contrario di Stekelenburg, guida il reparto. In assoluto sembra avere un rapporto migliore con i compagni che lo apprezzano proprio per il modo di farsi sentire in campo. Ha personalità, ma anche sfrontatezza. Rischia sempre e, a volte anche esagerando, non rimane mai dentro la porta. Parte per qualsiasi uscita alta, anche a costo di esporsi a brutte figure.
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