Che fosse scritto che avresti legato il tuo nome alle due squadre lo si ricava anche dall’aver segnato il tuo primo gol in serie A proprio in un Roma-Fiorentina, nel lontano marzo del ’62.
“Mi aspetto uno splendore di partita. Ci sono tutte le premesse, infatti, per vedere un bellissimo calcio. Due squadre che giocano palla a terra, con buona tecnica, veloci, organizzate. Magari con qualche piccolo problema, sia l’una che l’altra, ma tutt’e due in grado di dar vita ad una grande partita”.
Due tecnici che antepongono il gioco al risultato. O meglio, senza considerarlo secondario, concepiscono questo come frutto del gioco stesso.
“Dovrebbe essere sempre così. Da quello che si vede in campo, e mi riferisco a quando giocano appunto Roma e Fiorentina, c’è senza dubbio la ricerca dell’interpretazione migliore possibile del gioco. E secondo questa teoria, il risultato dovrebbe venire di conseguenza. Non sempre, naturalmente, è così. Ma la filosofia è questa. Ed è quella giusta”.
Che idea ti sei fatto di questa Roma, almeno alla luce delle uscite più recenti, con un solo gol subìto nelle ultime tre?
E la Roma, come si presenta a questo appuntamento?
“Ho detto che tutte e due le squadre hanno ottime risorse. Il centrocampo della Roma ha oggi un Pjanic che sta volando e un Florenzi che continua a correre. Oltre a De Rossi, che verrà recuperato, mi piace ricordare anche Bradley, che sta dando un ottimo contributo, almeno più di Tachtsidis. Non dimenticando che, lì in mezzo, si muovono tutti intorno a Totti”.