Le dichiarazioni del dg della Roma nell’ambito di un evento presso la Fiera della piccola e media editoria
A.S.ROMA BALDINI IBRAHIMOVIC MEXES OSVALDO GRANDI GOL / ASROMALIVE.IT – Il dg della Roma, Franco Baldini, è stato ospite, oggi, un incontro, dal titolo Passione contro business: il calcio del terzo millennio, che si è tenuto nell’ambito della fiera della piccola e media editoria, Più libri più liberi. Hanno partecipato anche i due giornalisti Gianfrancesco Turano e Marco Mensurati. L’evento si è tenuto al Palazzo dei Congressi dell’Eur. Queste le parole di Baldini:
”Il calcio dell’ultimo decennio va sempre più verso che è quello che è comunemente detto intrattenimento, con questa visibilità le agenzie capiscono che c’è un veicolo più facile di giornali e spot televisivi per avere visibilità e questo cambia le regole del gioco e l’approccio, ognuno può mettersi in gara in una nuova dimensione e per questo c’è bisogno di allestire squadre forti. Questo ha creato un circolo vizioso e si è rivolta l’attenzione all’appeal della squadra e meno alla fede, le cose si sono un po’ snaturate. E’ normale che la passione rimanga sempre, ma è sempre meno sport e sempre più spettacolo”.
Poi il dg ha parlato anche di Franco Sensi: ”Me lo ricordo allo scudetto: aveva una passione smodata per la Roma. Ho un grande ricordo di lui. Mi chiamavano sempre dottore dopo essere stato un modesto giocatore. Poi mi sono laureato in 4 anni. La prima volta che ho incontrato Pallotta, gli ho chiesto del perchè voleva prendere il club e lui mi ha detto che la Roma è un marchio sottovalutato. Quando gli ho detto che c’erano grandi investimenti da fare, lui mi ha detto che non ci sarebbero stati problemi perché lui guadagna attraverso altre società con i fondi di investimento e mi ha convinto”.
Infine, qualche dichiarazione sulla cessione alla cordata statunitense: ”La banca era diventata proprietaria della società, poi invece di venderla tutta, ne ha venduta una parte in modo da poter rivalutare la propria quota. La banca aveva già il club. Le crisi sono dei momenti drammatici ma si possono sfruttare, anzi sono dei momenti che devono essere sfruttati. La passione per il calcio non è sicuramente il gol di rovesciata di Ibrahimovic, pagato 80 e inutili milioni tra ingaggio e cartellino. Anche in Italia si sono visti grandi gol: penso a Mexes e Osvaldo”