SERIE A GALEONE ROMA SQUADRA FORTE VALORI TECNICI / ASROMALIVE.IT – Giovanni Galeone è stato allenatore del Pescara per ben tre volte: dal 1986 al 1989, poi dal 1990 al 1993 ed infine dal 1999 al 2001. Domenica prossima la sua ex squadra incontrerà la Roma. L’ex tecnico ha voluto, quindi, esprimere qualche pensiero sulla gara in questione. Ecco le sue parole a Rete Sport:
Un pensiero sulle dimissioni di Stroppa
“Non ho seguito così tanto il Pescara per sapere cosa è accaduto negli spogliatoi. Avevo l’impressione che le cose non andassero bene, voci di corridoio parlavano di alterchi con i giocatori. Stroppa lo conosco, mi sembra un allenatore che sappia disporre le sue squadre in campo con una certa logica“.
E’ stato mai contattato per sostituirlo?
“Io ho smesso ufficialmente 5 anni fa. Ho rifiutato anche altre squadre di Serie A, sono fuori dal giro ormai. Lo scorso anno il Pescara giocava benissimo, ma subiva molti gol, in linea con il gioco di Zeman. L’errore è stato acquistare così tanti giocatori che non conoscono bene il calcio italiano. E’ difficile parlare a ragazzi che non hanno mai giocato in Serie A e chiedergli cattiveria e determinazione. Mi sembrava una squadra un po’ leggerina, sotto diversi punti di vista“.
Che ne pensa della Roma?
“La Roma è forse la squadra più forte d’Italia come valori tecnici: De Rossi, Totti, Pjanic, Osvaldo, Destro, Lamela. Giocatori di questa qualità non li ha nessuno. Baldini e Sabatini non hanno sbagliato durante il calciomercato, hanno speso moltissimo ma la qualità degli acquisti non si discute. Sento parlare molto di Pjanic che non non può essere un problema: è un giocatore tecnicamente fortissimo. Le grandi d’Europa giocano tutte con un mediano e un calciatore con la tecnica del bosniaco. A me fa impazzire anche Osvaldo: ha due piedi da manicomio, magici. La gente lo vede fisicamente imponente e pensa che sia un attaccante da sportellate in area di rigore, invece possiede un valore tecnico incredibile. Poi c’è Lamela…io di giocatori validi ne ho avuti, ma di questo livello mai. Se ne parlerà a lungo“.
Quindi se la Roma ha l’organico più forte, il limite è Zeman?
“Il salto da Luis Enrique a Zeman è stato traumatico, per lo spogliatoio e sotto un profilo tattico. Sono due modi di intendere il calcio troppo differente. A mio avviso la dirigenza della Roma, Baldini in testa, era più orientata verso gli atteggiamenti dello spagnolo. Probabilmente il successo di Zeman a Pescara, la volontà di entusiasmare nuovamente la piazza, ne hanno favorito il ritorno a Roma. Zeman, dal Foggia del ’91 non ha cambiato nulla: né metodi né tattiche. Ormai gli avversari conoscono troppo bene il suo gioco“.
Trova normale che Destro giochi così poco?
“Destro rimane di difficile collocazione, finché ci sono quei tre davanti. Con Lamela a disposizione, Mattia Destro non potrà mai giocare da esterno d’attacco destro. Tra l’altro sento molto parlare di un Francesco Totti che gioca a sinistra…a me sembra che il capitano giallorosso giochi a tutto campo. Perché è giusto così. Giocatori del genere in Europa non ce ne sono, neanche all’orizzonte. E’ un giocatore che sogneremo a lungo“.
Cosa manca alla Roma?
“La Roma dovrebbe intervenire sul reparto difensivo per competere a grandi livelli. Marquinhos è davvero un giocatore interessante per la sua età, gli altri mi sembrano calciatori normali“.
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